Juventus-Milan: piccoli passi anche con zero punti

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Ha ragione Lui. Ha ragione Pioli. Mettere il calendario come un attacchino a Milanello per colpire con la forza dell’immagine i giocatori: 13 punti. Zona salvezza. Con il Parma che ha vinto e con il Torino pure che ci superano così come il Sassuolo e l’Udinese. L’idea dell’allenatore è chiara: mettersi in testa che i miglioramenti non bastano! Ci vogliono i punti. D’altronde non penso che nessun milanista, dal più navigato all’ingenuo, si aspettasse 9 punti fra Lazio, Juventus e Napoli. Sarebbe stato un nostalgico di Rivaldo, Rui Costa e Shevchenko. La realtà, dalla crisi Giampaolo in poi, è palese a tutti: mercato sbagliato, progetto affossato e società immatura.

Quindi, per ora, almeno, a meno di miracoli che San Padre Pioli (da alcuni meme del web) possa fare, la cosa migliore è pedalare e portare a casa punti. Insomma, in una parola sola, uscire da quel calderone lì. Perché, poi se metà di marzo ti trovi con meno dei 40 o 45 punti buoni per salvarti, so guai grossi. Questa ragazzi giovani non sono abituati a giocare con il sangue negli occhi, a sudare la maglia e a sfruttare ogni situazione. Il coltello fra i denti non ce lo vedo a Suso, Leao, Calhanoglu ecc…

Quindi ben vengano gli attacchini della classifica in ogni dove di Milanello! Certo, siamo pur sempre il club italiano più titolato al Mondo e non dobbiamo ridurci a pensare ai 40/45 punti essenziali.

Il Milan di Pioli: un passo alla volta

Infatti, ma la strada tracciata da Pioli,con gli uomini giusti al posto giusto, con una minima quadratura del centrocampo e della difesa, è giusta. Il normalizzatore sta normalizzando tutto ciò che la pazzia del giuoco spettacolare di Giampaolo aveva scompigliato. Calhanoglu dove deve stare, raccordo fra trequarti sinistra e mezzala; Paquetà mezzala pura; Bennacer davanti alla difesa ad accorciare e chiudere i varchi; Conti a fare il terzino destro e Theo Hernandez a giocare come un terzino di spinta macinatore di chilometri; Suso a fare l’esterno destro. Ogni pedina rimessa al proprio posto.

Goal Dybala Juve-Milan

Solo che, in questo periodo di sfortuna e forte disattenzione difensiva, basta un nulla, ma nulla che il risultato buono marcisce. Come domenica contro la Juve e come domenica scorsa contro la Lazio. Basta che Duarte di perda via il proprio marcatore e la bella costruzione si sfalda. Basta che Dybala si inventi una finta di gambe e un siluro e la partita perfetta si sfascia. E un applauso va fatto al giocatore juventino che davvero ha fatto una giocata da fenomeno, da lasciare sul posto i difensori e ha portato una vittoria, che forse la squadra non meritava.

Milan: dalla normalità al carattere e ora il successo

Per cui due buone prestazioni, con carattere e disinvoltura nel giro palla, ma 0 punti in classifica.

Ecco, perché il Milan di Pioli deve fare un passo alla volta.

Abbiamo ripreso la normalità di sembrare una squadra che sa fare tre passaggi e andare al tiro (e se non ci fosse stato Szczesny, forse anche un goal); bene, ora dobbiamo segnare di più (troppa poca cattiveria fra Piatek e Leao sotto porta) e portare a casa i punti che ci facciano respirare un po’ di ossigeno.

Ma, forse Juventus-Milan ci dice anche qualcosa in più di quel che si possa dedurre. Vero abbiamo perso. Vero Szczesny ha parato qualche palla un po’ difficile, ma nulla di impossibile. Vero quando la Juve saliva e trovava il varco giusto tremavamo ancora.

Però, e se fossi in Pioli sarei contento, abbiamo messo in mostra un bel carattere. Un momento di ritorno del Milan di Gattuso e di Allegri. Il Milan ha giocato alla pari con la Juve, chiudendo bene le linee di passaggio in mediana e sulle fasce e lasciando pochissime iniziative individuali agli avanti bianconeri. Annullando Ronaldo e costringendo Higuain a defilarsi sempre. Il Solo Dybala, con l’aiuto fondamentale di Douglas Costa, ha saputo creare lo strappo imprevedibile e vincere la partita.

Ritornando al Milan, a volte durante la partita, la squadra rossonera ha saputo tener palla con Calhanoglu, Theo Herhandez e Paquetà. E’ stato capace di combattere su ogni palla, non ha mai commesso nessuna ingenuità e quando ha potuto ha spinto. Un Milan che sicuramente non è stato inferiore alla Juve.

E cosa ancor più positiva, una volta subito il goal, stavolta non siamo andati sotto shock, come contro la Lazio, ma abbiamo provato più con tiri da lontano che altro a farci sentire vivi in casa della squadra Campione d’Italia.

Juve-Milan riflessioni: la classifica davanti agli occhi

Ora, in questo percorso che Giampaolo aveva pensato, ma mai messo in pratica di esclation migliorativa, manca l’ultimo tassello: i punti. E’ il momento, guardando la classifica come se fosse una cosa odiosa contro cui sputare, di riportare a casa punti. Da questa sfida, che qualcuno in modo nefasto aveva già previsto come pokerissimo bianconero, usciamo con la convinzione che se giochiamo con quell’intensità, quella convinzione e quella fluidità qualcosa di positivo si porterà a casa.

Speriamo, perché pere tornare a pensare a un traguardo minimo, serve ben più di un minimo sforzo. Forza Vecchio Cuore Rossonero

Juventus-Milan: pagelle rossonere

Donnaruma 6: incolpevole sul capolavoro di Dybala. Per il resto è attento ai tiri da fuori, non mostra mai dubbi, gioca bene con i piedi e non sente la tensione.

Duarte 6: meglio della partita con la Lazio. Poco distratto, ben posizionato, senza mai affanno e senza far mai una giocata pericolosa.

Romagnoli 6: anche se fa parte di quel gruppetto che si fa stregare da Paulino Dybala, il capitano è sempre encomiabile. Negli anticipi, negli interventi puntuali e nella sicurezza con cui gioca la palla.

Theo Hernandez 7: probabilmente il migliore in campo. Spinge come una locomotiva, ma non perde quasi mai l’uomo. Non concede metri, mentre ne macina tanti. Propone lo scambio, lo chiude e cerca di farsi pericoloso. Una spina nel fianco mancino…

Conti 6: finalmente da terzino puro una buona partita per un ragazzo che con calma sta riacquistando una certa sicurezza. Gli manca la fase propositiva, ma appena salirà di condizione arriverà.

Bennacer 6,5: nota più che positiva. Il baffetto del centrocampo distribuisce palloni, fa falli mirati, copre bene, dà l giuste distanze e nel dubbio calcia in porta. Altro che flop…

Krunic 6: in uno stadio difficile come quello della Juve e in una situazione dove appena sbagli un pallone finisci nel calderone, lui, oggetto misterioso in partenza, invece fa tutto con semplicità e corsa. Aiuta il terzino e copre la propria zona con buona foga.

Paquetà 6: il brasiliano più convinto dalla cura Pioli sta tornando quello dei primi mesi dello scorso anno. La gamba c’è, la qualità pure, la voglia di lottare anche. Ora manca più fiducia in certe giocate.

Calhanoglu 7: il turco c’è, è tornato nel suo ruolo e sta bene. Calcia da lontano, sfrutta le punizioni, ampia il gioco, fa cambi campo, cerca il compagno. Forse forse ci siamo, ma non cantiamo vittoria.

Suso 5,5: anche se a differenza del solito, specie contro la Juve, non scompare dal gioco, resta sempre limitato a quella zona che perennemente raddoppiano o presidiano. Pochi spazi, poca fantasia, solo compitino.

Piatek 5:un tiro al volo potente sul palo del portiere, qualche buon movimento davanti, ma la sensazione è che il polacco da solo non ami starci. Non fa la scelta giusta su certe imbucate e tiene troppo la palla irrigidendosi in dribbling che non fanno parte del suo repertorio.

Leao 5: tanto movimento, qualche strappo, ma come punta da solo ha difficoltà.

Rebic s.v.

 

ACMilan