Mario Mandzukic e la maledizione del numero 9

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Ormai da quel 13 maggio 2012, che ogni tifoso rossonero a sentire associare un nuovo attaccante alla maglia numero 9 trema. Ma da quanto tempo dura questa maledizione?

13 maggio 2012: l’ultima di Inzaghi a San Siro

Lui – Pippo Inzaghi segna per noi – non è mai stato e non sarà uno qualunque per il popolo rossonero, non solo perché ha portato in dote due Champions League, due Supercoppe Italiane, un Mondiale per club, due Supercoppe Europee, due scudetti e una Coppa Italia, piuttosto perché ha rappresentato l’erede dei grandi bomber del passato e la scossa elettrica che serviva a quel Milan. Non è detto che se non ci fossi stato Inzaghi, ci sarebbe stato anche quel Sheva lì o quel Kaka lì. Ma di Filippo Inzaghi giocatore, del suo milanismo, della sua verve in campo, del cuore e della grinta, nonché dello spiccato senso del goal si sa già tutto. E anche in quell’ultima partita di addio al calcio, il Super-uomo d’area di rigore non ha fallito: lancio di Seedorf, stop di petto e calcio al volo (spettacolare per un San Siro stracolmo) e destro che si infila dalla parte opposto di Fontana. È l’ultima di Filippo Inzaghi al Milan. È l’ultima da calciatore. È l’ultima da bomber d’onore che indossa la 9.

Milan: inizio della maledizione della 9

E poi è come se in quel destro al volo, dove c’è raccolto tutto lo charme e la bravura di Pippo, si fosse nascosta una maledettissima “maledizione”. Perché dati alla mano – nomi altisonanti o meno roboanti – la 9 non ha più portato fortuna. E, come detto, i numeri parlano chiaro: 44 goal in otto stagioni. Una miseria, se si pensa che Pippo ha firmato 126 reti in 300 presenze.

La maledizione della 9 ha colpito volti illustri o meno noti delle stagioni rossonere. Non solo giovani promesse o “pallini” dei vari allenatori, ma anche campioni affermati e prolifici come Higuain e Torres.

L’hanno pagata tutti: da Matri a Piatek, passando per Luiz Adriano, Lapadula, Andrè Silva, Mattia Destro e per concludere con Higuain. Figure a cui non solo si sono accompagnate statistiche impietose, ma a volte annate o prestazioni indecorose.

Ripercorriamo le vite avventure rossonere di questi “bomber” numero 9.

Alessandro Matri: carriera e statistiche al Milan

Arrivato come pupillo di Massimiliano Allegri dopo una stagione esplosiva al Cagliari, Alessandro Matri ha lasciato in eredità al Milan solo una rete in 18 presenze prima di andare alla Fiorentina. Di quel goal i tifosi rossoneri nemmeno si ricordano.

Fernando Torres: carriera e statistiche al Milan

Giunto come colpaccio dell’allora “condor Galliani” tramite una complicata trattativa mediatica Fernando Torres stella della Spagna del 2010, che arriva al Milan dal Chelsea. Giunge in un momento in cui le casse di via Turati sono vuote e paga la bassissima qualità tecnica della squadra che lo circonda. Ma fra voglia messa in campo, difficoltà ad adattarsi al campionato nostrano, età avanzata, problemi fisici e poca intesa con i compagni, il “torero” lascia in eredità solo un goal in 10 presenze prima di tornare nel paese natio, alla corte di Simeone.

Mattia Destro: carriera e statistiche al Milan

Lasciato in disparte dalla Roma nel 2015, Mattia Destro arriva nel mercato invernale dello stesso anno, per sostituire proprio Torres. Di lui, che al Milan segnò 3 reti in 15 partite, resta più il ricordo della citofonata di Galliani per andare a prenderlo che quello che fece in campo. La voglia ce n’era, ma fra partite sottotono, infortuni, poco applicazione tattica e sfortuna, alla fine di Destro non resteranno chissà quali ricordi.

Luiz Adriano: carriera e statistiche al Milan

Nella stagione del rilancio con Mihajlovic Luiz Adriano, stella dello Shakhtar Donetsk, inizia con un buon impatto a San Siro e in generale in campionato. Poi via via si perde insieme a Bacca e compagni. Dotato di ottima tecnica e spunto in velocità, poco disciplinato tatticamente con poco fiuto sotto rete. Infatti lascia Milano con 6 goal in 29 partite. Un altro non-bomber.

Gianluca Lapadula: carriera e statistiche al Milan

Uno che invece la 9 sembrava poterla indossare non tanto per prolificità sotto rete quanto per carattere, grinta e istinto fulmineo del goal è Gianluca Lapadula, il cui ricordo per amorevolezza e impegno di maglia resta agrodolce, ma i cui numeri restano una condanna: 8 goal in 29 partite, a cui si aggiungono infortuni e un po’ di incomprensioni con l’allora Montella. Si porta a casa una Supercoppa Italiana conquistata a Doha, ma nulla più.

Andrè Silva: carriera e statistiche al Milan

Arrivato a Milano insieme a Bonucci, Kalinic, Kessié, Rodriguez, Calhanoglu e Borini nella faraonica campagna acquisti di Mirabelli e Fassone dell’estate del 2017, il portoghese (su cui pendeva pure la maledizione degli attaccanti lusitani in Italia) mostra attitudini tecniche e finezza di tocco. Però, purtroppo per lui, manca di “sangue alla bocca”, grinta, cattiveria sotto rete e in generale in campo. Dopo l’exploit nei preliminari di Europa League e dopo qualche buona prestazione sempre in coppa, a lungo andare il lusitano si perde via e inizia ad essere accantonato a favore del giovane Cutrone. Alla fine, quando subentra Gattuso, il giocatore non riesce più a motivarsi e lascia il Milan l’anno dopo con 10 goal in 40 partite. Il portoghese non è mai entrato nel cuore dei tifosi rossoneri e lo scambio di pari valore Ante Rebic dell’Eintrach Francoforte risulterà la mossa più fortunata del nuovo Milan targato Boban-Maldini.

Gonzalo Higuain: carriera e statistiche al Milan

Ma la spada di Damocle della 9 non finisce con André Silva. Giunge a Milano il bomber dei bomber: Gonzalo Higuain. I tifosi rossoneri sognano finalmente l’erede di Inzaghi e le aspettative sono tante. Il Milan è quello del secondo anno di Gattuso e l’obiettivo è chiaro: qualificazione alla Champions League. Le premesse ci sono tutte: annate a pioggia di goal a Napoli e Torino, rapacità sotto porta, potenza, voglia di riscatto dopo la decisione della Juve di metterlo da parte e qualità tecniche.

Ma le cose non vanno come devono andare…Qualche infortunio, incomprensioni con allenatore e compagni per un gioco poco propositivo e troppe voci di mercato lo fanno durare appena metà stagione. Nella sessione invernale è fuga verso il Chelsea di Sarri e ai rossoneri restano le briciole di 8 reti in 22 presenze e quel rigore sbagliato proprio contro la Juventus in un Milan-Juventus 0-2.

Krzysztof Piatek: carriera e statistiche al Milan

E ora arriviamo all’ultima vittima della 9 rossonera. Piatek portato a suon di milioni nella campagna di rafforzamento del gennaio 2018 insieme a Paquetà, il gigante polacco che al Genova aveva sfondato la rete per 13 volte in 19 partite, si issa subito nei cuori rossoneri, perché all’esordio a San Siro realizza una doppietta fantastica contro il Napoli. Da qui una continua produzione di reti e ottime prestazioni con uno score di 11 goal in 21 presenze. Il Milan arriva alla conquista della qualificazione Europa League. Ma l’anno dopo sceglie la numero 9 ed è che subito la maledizione riappare. Il polacco pare meno fluido, meno determinato, meno mobile e si incaglia con prestazioni negative. Lascia il Milan dopo 5 reti in 20 partite. 

Ed è così che la “cabala sfortunata del 9” ha colpito ancora. Incredibilmente ancora.

Mario Mandzukic: statistiche

E proprio oggi, che si è saputo che Mario Mandzukic, che è stato assoldato in men che non si dica da Maldini e Massara come vice-Ibrahimovic (qui tutti i record dello svedese) o forse come qualcosa in più, indosserà la numero 9 il pubblico rossonero sui social trema! Lo colpirà la maledizione di brutte prestazioni, di incomprensioni, di guai fisici, incomprensioni tattiche, goal con il contagocce? Molti milanisti si augurano che l’ex gigante della Juventus non faccia quella fine, ma qualcuno nutre più di un dubbio.

Ad ogni modo giusto per presentarlo, Mario Mandzukic in Italia ha segnato 31 goal e confezionato 13 assist in 118 gettoni in A. Nella Juventus contando anche le coppe nazionali e internazionali ha raggiunto un totale di 44 reti in 162 partite, cui si aggiungono 17 assist. La sua media minuti/rete è un goal ogni 287′, il che vuol dire un goal ogni 4 partite e mezzo, giocando o da prima punta o da esterno a sinistra.

Non male, anche se non è un ariete da sotto-porta, ma quel che conta è che riporti la numero 9 al decoro, a cui l’aveva portata Inzaghi, rispettando i vari Weah, Van Basten e Nordhal che la indossarono.

 

ACMilan