Olimpia – Avellino: Nunnally suona la carica e Milano torna in campo

James Nunnally. Sì, stavolta, niente Mike James. La carica del secondo quarto, quello che cambia la sfida contro Avellino, è tutta dello statunitense. Milano poi ritrova difesa e qualche individualità. Ora testa a gara tre

Olimpia- Avellino 76-61: se non si fosse svegliato Nunnally

Resta da chiederselo cosa sarebbe accaduto, se non si fosse svegliato James Nunnally. Protagonista assoluto del secondo quarto e leader di una Milano ancora poco versione schiaccia-sassi. Piuttosto testa fra le nuvole. Quelle dei sogni persi in Eurolega, quelle di una Coppa Italia smarrita lungo l’annata. Soprattutto quelle di una concentrazione che a tratti manca e preoccupa più delle assenze di James e Nedovic. Ma per fortuna stasera Nunnally ha fatto il campione e ha riportato l’asset della situazione playoff, dove doveva essere riportato. Milano è ancora acerba, anche se i due quarti successivi hanno messo in mostra una difesa stile Pianigiani e qualche viso noto finalmente fra i marcatori.

Primo quarto e il dominio di Sikes

Ma se Nunnally è l’mvp del secondo quarto, il primo è tutto il palcoscenico di un nome solo: Kifer Sikes. Il 28 dei biancoverdi fa impazzire e sbiancare il forum. Velocità, ripartenze, incurisioni e mazzate da tre. Il primo quarto è tutto qui: Sikes contro Olimpia Milano. Peccato che i biancorossi non ci sono con la testa e concedono un ampio 5-18. Il play di Avellino si prende il forum e consente ad Harper e Young di sognare per almeno dieci minuti. Per l’appunto una decina di minuti, poi fa sentire carisma, furbizia, precisione e tripla Micov (idolo locale) e la partita torna in parità. Una Milano che ha regalato momenti osceni di basket e di gioco. Erroracci e imprecisione a non finire.

La svolta del match: il secondo quarto di Nunnally



Micov recupera terreno e poi nel secondo è Nunnally a prendersi la scena. Compostezza, prepotenza, precisione e furore. Ogni palla che gioca da due è punto, ogni fallo è un canestro. Avellino si spaventa, arretra e le sfuriate di Sikes non fanno più paura. Tarczewski si prende i suoi momenti di gloria, Jerrels con bastonate da tre lo segue. Avellino si spegne, completamente. Milano spinge e raggiunge il massimo del distacco del quarto 42-30. Intensità, forza e molti errori degli avversari agevolano Milano. Pianigiani ai suoi deve aver detto ben più di una parolina. Alla fine della prima metà gara i campani sono nettamente in difficoltà. Il Forum esplode per ogni giocata, assist o trovata geniale del duo Micov-Nunnally e i tifosi avversari possono solo assistere.

Difesa coriacea e qualche magia: terzo e quarto quarto

E non si cambia nemmeno dopo il lungo intervallo. Adesso Milano difende e lo fa bene con tutti gli effettivi. Avellino esce con tutte le sue ingenuità: falli in sequenza in pochi minuti, palle perse e poco movimento. Milano ne approfitta. Tarczewski si prende i rimbalzi in area e gli appoggi, Jerrels scarica fulimini da tre e Nunnally quando può comodo comodo appoggia in rete. Le scarpette rosse raggiungono +14 e poi +16. Sparisce completamente la manovra guidata da Sikes. Non bastano le triple di Harper e qualche piazzato di Udanoh. Avellino non riesce più a pungere e anche dagli spalti si avverte una sensazione che da incertezza si fa sempre più sicurezza.

Infatti, la musica non cambia nel quarto tempo. Milano difende, lo fa bene e sfrutta tutte le possibilità. Solo Burns sbagliare 4 tiri liberi in tutta la sua partita, gli altri sono a tratti impeccabili. Come Kuzminskas che con due colpi da tre consecutivi mette l’acceleratore a Milano. Nunnally può tranquillamente defilarsi, respirare, perché il lituano e Jerrels trascinano le scarpette rosse alla vittoria. Jerrels diventa addirittura miglior marcatore per Milano e Nunnally regala colpi di classe. Ogni tiro verso la fine è una liberazione da ansie o scenari nefasti.

Milano c’è nuovamente, risponde in casa alla debacle di sabato scorso e va in Campania con la convinzione che una gara su due si possa vincere. D’altronde quando Milano ritrova questo carattere, questa difesa e le giocate che sa fare, allora diventa una ferrari vecchio stile. Mentre le altre hanno delle monoposto cittadine.

Olimpia Milano: non perdersi in un bicchier d’acqua

L’importante è non perdersi in un bicchier d’acqua. Basta un quarto come quello di oggi per convicnere gli avversari che Milano non sia più quella dello scorso anno. Quindi meglio non illudersi troppo, la strada verso la finale è ancora lunga. Però se a Nunnally e Jerrels si aggiungono i valori tecnici di Nedovic e James, si può ancora sognare un altro scudetto. L’importante è non farlo troppo presto, lasciando la testa sulle nuvole e le gambe sul parquet.