Roma – Milan: il festival degli errori (e degli orrori)

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Roma – Milan termina 2 a 1, i rossoneri non si rialzano; decisivi i diversi errori individuali dei rossoneri.

Devo essere onesto, prima di Roma-Milan ero silenziosamente fiducioso. Nella prima partita sotto la gestione di Pioli avevo notato alcuni segnali di miglioramento nonostante il pareggio finale. Certo, abbiamo giocato contro il Lecce a San Siro, non esattamente uno degli impegni stagionali più complessi. Però è vero anche che lo stesso Lecce ha fermato la Juve pochi giorni dopo. Poi la Roma non sembra avere ancora trovato la quadra giusta con Fonseca e si tratta di una squadra decimata dagli infortuni. Quanto mi sbagliavo.

Roma – Milan: puniti da Dzeko e Zaniolo

Pioli sceglie ancora Leao al posto di Piatek. La formazione iniziale è molto simile a quella della settimana passata. Il Mister giustifica questa decisione sostenendo che avendo lavorato poco con la squadra ha preferito far giocare chi gli aveva dato buone indicazioni nella scorsa partita. La scelta però non paga. All’Olimpico il Milan non inizia neanche male. Prima una mezza occasione di Leao che scalda i guantoni a Lopez e poi una buona verticalizzazione di Kessie per Paqueta che segna in fuorigioco. Se nella partita contro il Lecce il buon approccio del Milan si era esaurito in un tempo, contro la Roma sono bastati 15 minuti. Nella seconda parte della prima frazione il Milan perde la bussola e la Roma inizia a prendere campo. Al 39’ segna Dzeko sugli sviluppi di un corner: Kessie perde palesemente l’uomo. All’inizio del secondo tempo Theo Hernandez, una delle poche certezze di questo Milan, firma il gol del momentaneo pareggio. Pochi minuti dopo Calabria perde un brutto pallone, Dzeko serve Zaniolo al limite dell’area che infilza Donnarumma. La Roma fallisce qualche occasione per chiudere la partita che termina comunque in favore dei giallorossi.

Banali errori tecnici e palle alte letali

Tanti, troppi errori individuali che difficilmente si vedono in una sola partita di Serie A. I più gravi sono quelli di Conti e Calabria. Il primo sbaglia un facile appoggio ma viene graziato dall’errore di Pastore a tu per tu con Donnarumma. La palla persa da Calabria, entrato proprio al posto di un insufficiente Conti, è quella che invece porta al definitivo vantaggio giallorosso. Il gol di Dzeko sulla (non)marcatura di Kessie è solo la punta dell’iceberg di una prestazione caratterizzata da continui rischi sulle palle alte. I giocatori sono lasciati troppo liberi e le occasioni di testa, prima di Smalling e poi di Mancini, rischiano di chiudere la partita in anticipo. Tutto questo condito da una sterilità offensiva che, a parte il gol di Theo, dura per tutta la gara, anche in seguito all’ingresso di Piatek.

La classifica piange

Il Milan perde con quella che ad inizio anno era secondo me la principale rivale per raggiungere il quarto posto. Il campionato è ancora lungo ma oggi il quarto posto non è nemmeno da nominare. Più che guardare in su bisognerebbe iniziare a preoccuparsi di ciò che succede sotto visto che, ad oggi, la zona retrocessione dista a soli 3 punti.

ACMilan