Inter: è l’ora della festa. Lo scudetto è tuo!

Inter: è scudetto!

Dopo il pareggio tra Sassuolo e Atalanta, è arrivata anche la matematica: l’Inter è campione d’Italia per la 19esima volta nella sua storia!

Un trionfo meritatissimo. Solo chi è in malafede potrebbe negare ciò. L’Inter è stata la squadra più forte, continua, solida di questo campionato di Serie A. Un capolavoro quello di Antonio Conte, che si può togliere molti sassolini dalle scarpe dopo le numerose critiche ricevute da tifosi interisti e non, soprattutto dopo il fallimento in Champions League.

Da dove nasce questo straordinario trionfo? Se la si vuole prendere alla lontana, i primi concreti passi verso una rinascita, dopo anni disastrosi, sono avvenuti durante la guida tecnica di Luciano Spalletti. È con il tecnico toscano che l’Inter ha iniziato ad acquisire uno status non da big, ma quantomeno da squadra seria e rispettabile. Come dimenticare le precedenti annate? Nessun interista le dimenticherà mai. Un declino continuo dal post Triplete, declino che non sembrava mai avere una fine. Fino, appunto, all’arrivo di Spalletti. L’ultimo trofeo risaliva a maggio 2011, quando l’Inter, con Leonardo in panchina, vinse la Coppa Italia. Poi, solo amari ricordi.

Inter: i difficili anni tra il post Triplete e l’era Thohir

Prima gli ultimi anni della presidenza di Massimo Moratti, con Gasperini, Ranieri e Stramaccioni in panchina. Anni veramente difficili in cui terminò definitivamente il ciclo della grande Inter di Mancini e Mourinho, che aveva dominato prima in Italia e poi anche in Europa dal 2006 al 2010. Giocatori spremuti e su di età, parecchi acquisti fallimentari (Palombo, Jonathan, Alvaro Pereira, Schelotto, Juan Jesus, Alvarez, Silvestre, solo per nominarli alcuni) e continui cambi di allenatori. Risultati disastrosi, tra cui l’eliminazione ai danni del Marsiglia in Champions League: l’Inter, per moltissimi anni, non giocherà più una partita della massima competizione europea. Poi, l’avvento all’Inter dell’indonesiano Erick Thohir che acquisì le quote della società nerazzurra. Erano gli anni di Mazzarri (uno dei punti più bassi in assoluto della storia recente dell’Inter) e del Mancini-bis. Tanti problemi societari, pochi soldi a disposizione da spendere sul mercato e risultati scadenti. Wallace, Taider, Gargano, Kuzmanovic, Dodò, M’Vila prima, poi Podolski, Shaqiri, Santon, Montoya, Murillo, Kondogbia, Melo… Quanti flop potremmo citare? Tantissimi. Senza parlare di risultati scadenti e piazzamenti in classifica non da Inter.

L’avvento di Suning e un inizio terribile

Successivamente, l’avvento del gruppo Suning. Avventura che non inizia esattamente nel migliore dei modi, anzi, tutt’altro. I primi acquisti sono Banega, Joao Mario, Gabigol, Candreva, insomma… In estate, a stagione già iniziata, il ribaltone in panchina con l’addio di Mancini e l’arrivo di Frank De Boer. Inizia per l’Inter una stagione drammatica, forse la più terribile in assoluta dal post Triplete. Tra tutte le partite, ricordiamo la sconfitta casalinga per 0-2 con l’Apoel Beer Sheva in Europa League. Il momento forse davvero più basso degli ultimi decenni della squadra nerazzurra. Poi, l’esonero di De Boer, il casting per trovare un nuovo allenatore: si sondano i profili di Marcelino, Zola, Marco Silva. Alla fine, a spuntarla è Stefano Pioli, attuale allenatore del Milan. Inizialmente il tecnico italiano aggiusta un bel po’ di cose e l’Inter compie una bella rimonta in campionato portandosi a ridosso della zona Champions League, ma sul più bello, in primavera, l’Inter si perde e inanella una serie lunghissima di pareggi e sconfitte, che portano all’esonero ad aprile del tecnico Pioli. Primo anno di Suning: 62 punti, settimo posto in campionato e mancata qualificazione all’Europa.

L’arrivo di Spalletti: l’inizio della rinascita

A giugno 2017, firma per l’Inter l’esperto tecnico Luciano Spalletti. È il primissimo passo verso una risalita: l’Inter, infatti, pur vivendo una stagione abbastanza complicata, riuscì a qualificarsi, dopo 6 lunghi anni, alla Champions League. È il 20 maggio 2018 quando i nerazzurri trionfarono, col punteggio di 2-3, a Roma contro la Lazio, col famoso gol di testa di Vecino. Uno dei momenti di svolta, finalmente in positivo.

Nella stagione 2018/2019, quindi, l’Inter torna a giocare la Champions League. Purtroppo non si riuscì a superare il turno, complice un girone di ferro con Barcellona, Tottenham e Psv, ma non mancarono le emozioni, come Inter-Tottenham 2-1, quando la riprese Vecino. L’Inter stava finalmente tornando grande. Anche questa, tuttavia, non fu una stagione facile, tutt’altro. In autunno, ecco l’arrivo di Giuseppe Marotta col ruolo di amministratore delegato. Una firma, la sua, fondamentale per l’Inter: un dirigente con grande esperienza e soprattutto vincente, con un glorioso passato alla Juventus. Altro momento chiave? Il 13 febbraio 2019. L’Inter, con un tweet, comunica che la fascia di capitano passa da Mauro Icardi a Samir Handanovic (in foto, sotto). La rottura con l’argentino, che nelle successive settimane si rifiutò di scendere in campo, è totale. L’Inter risentì senza dubbio di questa situazione, infatti il girone di ritorno non fu tra i migliori. Il quarto posto venne raggiunto nuovamente all’ultima giornata, con la faticosissima vittoria contro l’Empoli per 2-1.

Inter: l’arrivo di Conte

Stagione 2019/2020

Dopo anni davvero difficile, l’Inter centrò per 2 volte consecutive il quarto posto e la conseguente qualificazione alla Champions. Sono stati 2 stagioni chiave, perché è lì che l’Inter è rinata. Tuttavia, Suning e l’AD Marotta ambivano a qualcosa di meglio. Ok, ora si era ritornati nell’Europa che conta, ma era arrivato il momento di tornare a vincere dopo 8 anni (all’epoca) di digiuno. È così che a fine maggio 2019 viene annunciato il nuovo allenatore: Antonio Conte, uno dei migliori tecnici in attività. Un vero vincente, che ha vinto ovunque sia andato. Conte mette subito le cose in chiaro. In primis, non ne vuole più sapere di Icardi. Al suo posto, vuole un nome solo: Romelu Lukaku, che arriva a Milano per una cifra vicino agli 80 milioni, tra lo scettiscismo generale. Inoltre, spinge per Nicolò Barella, che arriva dal Cagliari per 45 milioni di euro. Sono i 2 principali acquisti, oltre a Lazaro, Biraghi, Godin e Sensi. Inoltre, Conte blocca Bastoni: punta tantissimo su di lui, e nella seconda metà di stagione diventa titolare inamovibile. In Champions, l’Inter fallisce: per la seconda volta consecutiva, niente piazzamento agli ottavi di finale. In campionato l’Inter parte bene, ma deve vedersela con squadre forti come Lazio e soprattutto Juventus. Poi, il Covid-19 che stravolge il mondo (non solo del calcio, chiaramente). Alla fine, l’Inter conclude la stagione con un buon secondo posto e 82 punti, un bel passo in avanti rispetto ai precedenti piazzamenti. Ad agosto, l’Europa League: l’Inter sfiora la vittoria, arrendendosi solo in finale al Siviglia.

Stagione 2020/2021: è l’ora dello scudetto!

Circa una settimana dopo la finale l’Europa League, il famoso incontro tra Conte, dirigenza e proprietà a villa Bellini. Conte minacciava più volte l’addio, parlando di molti problemi, poca protezione del club e idee diverse sul mercato. Il rischio che Conte potesse abbandonare l’Inter c’è, eccome. Tuttavia, a fatica, tutte le parte trovarono un accordo: Conte rimane. Dal mercato arrivano Hakimi, Vidal, Kolarov e Darmian, oltre che il rientrante Perisic dopo il prestito al Bayern. La stagione non inizia nel migliore dei modi: qualche intoppo in campionato e soprattutto la figuraccia in Champions League. Questa volta zero scuse: inamissibile arrivare ultimi in un girone assolutamente abbordabile. Inoltre, il caso Eriksen. Inspiegabile che un giocatore del suo calibro non trovasse spazio. A gennaio, però, qualcosa cambia. Il danese, pubblicamente messo sul mercato, alla fine rimane, e pian piano conquista la fiducia del mister diventando un titolare. Il 18 gennaio, forse, la partita della svolta in ottica scudetto: l’Inter batte 2-0 la Juventus a San Siro con le reti di Vidal e Barella. Una vittoria importantissima, dopo la quale i nerazzurri vengono considerati da tutti i favoriti per la vittoria dello scudetto. Ormai diventa una lotta tra le milanesi. Il Milan, però, alla distanza crolla. A gennaio perde contro Juventus e Atalanta, poi perde nel derby di Coppa Italia (2-1 per l’Inter con gol di Eriksen al minuto 97). Poi la sconfitta a La Spezia e il sorpasso dell’Inter. Da quel momento, l’Inter fa il vuoto dietro a sé. Vittoria secca nel derby per 3-0, Milan ben distanziato, 11 vittorie consecutive. La Juventus, con Pirlo in panchina, non ingrana, e non rappresenta mai un pericolo nella lotta scudetto. I pareggi di Napoli e La Spezia, poi le vittorie contro Hellas Verona e infine sabato a Crotone.

Inter: una vittoria netta, meritata, mai in discussione nel girone di ritorno

Una cavalcata straordinaria, per diversi motivi. In primis, come sottolineato da Conte, vincere dopo così tanti anni ponendo fine al regno Juventus (9 scudetti consecutivi) non è qualcosa di banale. Inoltre, sono pochi i giocatori nerazzurri che in passato hanno vinto qualcosa di importante. Praticamente solo Vidal e Kolarov. Gente come Handanovic, Skriniar, De Vrij, Bastoni, Barella, Hakimi, Lukaku e Lautaro, pur essendo ottimi giocatori, per diversi motivi (tra cui, mediamente, la giovane età), non aveva mai vinto praticamente nulla. E vincere uno scudetto in una maniera così netta, con 4 giornate d’anticipo, è una bella impresa. Perché non stiamo parlando di uno scudetto sudato fino all’ultimo, ma di uno scudetto stravinto e stradominato.

Dopo 11 anni, finalmente per gli interisti è il momento di gioire. CE LO MERITAVAMO! AMALA! #Inter19 #IMSCUDETTO

Qui alcune foto della festa di  domenica a Milano, dopo il pareggio di Sassuolo-Atalanta