Sfida surreale al Bentegodi

In un clima a dir poco surreale, al Bentegodi succede di tutto, in una partita anormale, che alla fine risulta amara per il Chievo.

Andiamo con ordine…

Con l’imminente partenza di Radovanovic direzione Genova e le squalifiche di Bani e Kiyine, Di Carlo è costretto a rivedere i suoi piani.

Tomovic prende posto in mezzo alla difesa, mentre a centrocampo viene data una chance a Rigoni e Leris.

Fin dalle prime battute si intuisce la spettacolarità della gara: pochi istanti dopo il fischio iniziale la Fiorentina va in vantaggio con Muriel, su svista di Depaoli.

Passa qualche minuto e in area viola Stepinski colpisce il palo, mentre l’episodio appena successivo ha del clamoroso:

Lafont sbaglia il passaggio sul rinvio, Pellissier intercetta, raccoglie Giaccherini che insacca, ma attenzione all’intervento del Var.

Il direttore di gara viene sollecitato ad andare al monitor, che mostra l’immagine della punta del piede di Pellissier sulla linea dell’area rigore al momento del rinvio dal fondo. Annullato.

Il Chievo non si abbatte, e su punizione di Giaccherini, Pellissier viene atterrato davanti all’estremo difensore viola: tutto regolare e nessun intervento della tecnologia.

Al Bentegodi si grida al complotto, tanto che due minuti più tardi la squadra di Pioli raddoppia con Benassi.

Ma il Chievo non si cade nemmeno di fronte ad errori del genere e a cinque dal termine della prima frazione accorcia con Stepinski.

Ripresa al cardiopalma

All’ora di gioco sugli sviluppi di un calcio piazzato, in area gigliata si crea una mischia che si conclude con parata di Benassi che si sostituisce a Lafont.

Rigore sacrosanto ed espulsione per l’azzurro: Pellissier dal dischetto non sbaglia e pareggia i conti.

Il Chievo è in superiorità numerica e vuole vincere, ma si sbilancia troppo e a dieci dalla fine subisce il contropiede condotto e concluso da Chiesa, che riporta in vantaggio i suoi.

Ma non è finita qui. I clivensi non si danno per vinti e conquistano il secondo rigore di giornata.

Dagli undici metri si presenta ancora il capitano, che questa volta però viene ipnotizzato dal portiere francese.

Sul ribaltamento di fronte i viola chiudono i giochi, ancora una volta con il figlio d’arte che sigla la quarta rete.

Scende l’amarezza tra le fila gialloblu, ma poco prima della segnalazione del recupero Djordjevic riaccende le speranze con un gran colpo di testa.

La conclusione sul fondo di Depaoli allo scadere è l’ultimo squillo e il Chievo esce sconfitto dopo novanta minuti di fuoco.

C’è tanto da analizzare

Partiamo dall’utilizzo del Var: se si è arrivati alla fiscalità assoluta, allora bisogna usare sempre lo stesso metro di giudizio.

Se la rete di Giaccherini va annullata per mezza scarpa di Pellissier sulla linea dell’area, allora il secondo rigore va fatto ribattere per una presenza cospicua di uomini dentro l’area.

E perché non sono state consultate le immagini sul presunto rigore su Pellissier nel primo tempo? Rizzoli era stato chiaro: nelle situazioni al limite, è spassionatamente consigliato che l’arbitro vada al monitor.

Così non va bene: che vengano date delle spiegazioni.

Parlando dell’aspetto prettamente tecnico il Chievo ha dimostrato di essere più vivo che mai, giocando ad altissima intensità durante l’arco dell’intera gara.

Però gli errori grossolani si pagano: concedere così tanto spazio a gente come Muriel e Chiesa è sinonimo di autolesionismo.

Delle quattro reti della Fiorentina, tre sono derivate da gravi disattenzioni difensive, che si devono assolutamente evitare se si vuole sperare nel miracolo.

Il Chievo c’è, non molla, ma bisogna sistemare qualche lacuna che risulta fatale.

Da segnalare le scuse del capitano a fine partita verso i tifosi: Sergio, siamo con te.

PAGELLE

I MIGLIORI:

GIACCHERINI: 7 – Gioca entrambe le fasi ad un ritmo forsennato, sfornando palloni a tutti i suoi compagni.

STEPINSKI: 7 – Prima della rete dell’1 a 2 il nulla cosmico, poi sfodera una prestazione di grande sacrificio.

DJORDJEVIC: 6.5 – Un premio per il primo sigillo in gialloblu di pregevole fattura. Che sia di buon auspicio.

I PEGGIORI:

ROSSETTINI: 5.5 – Spesso preso in controtempo dalle ripartenze avversarie.

CESAR: 5 – Un’amnesia dietro l’altra con Muriel&co che gli hanno fatto vedere le streghe.

RIGONI: 5 – Poca qualità e altrettanto poca qualità in mezzo al campo. Sarà dura rimpiazzare Radovanovic.