Amarcord Roma: la vittoria della Coppa Italia 1979-80

Logo della Roma: ecco chi lo inventò

La modifica del logo coincise con un cambio epocale che segnò una nuova era per la società giallorossa. E iniziò proprio dal lupetto stilizzato.

Ormai da qualche settimana, ci ha lasciati il famoso grafico Piero Gratton.
Lui ideò il logo del lupetto stilizzato della Roma che nella fine anni ’70 fu l’inizio di una nuova era moderna giallorossa.

Il lupetto nero stilizzato, è usato ancora oggi come simbolo sulla maglia della squadra oppure come alternativo allo scudetto classico.
E’ stato un cambiamento epocale che avvenne nell’ estate del 1978.

Questa rivoluzione grafica, portò veramente bene nell’immediata storia della Roma, in quanto fino a qualche anno prima, la squadra della città era una società mediocre. E non a caso veniva chiamata “la Rometta”. In campo si impegnava tanto, ma spesso lasciava i due punti della vittoria.

Il ciclo della Roma di Gaetano Anzalone

Il cambio epocale iniziò grazie al presidente Gaetano Anzalone. Sicuramente poco vincente rispetto ai successori Viola e Sensi (ripercorriamo le tappe della storia della Roma vincente), ma che è rimasto nel cuore di tanti tifosi di quell’epoca. Me compreso.

Il 1978 rivoluzionò il simbolo e si svenò per portare il bomber Pruzzo. Gioiello in erba del Genoa. E lo strappa al Milan per ben 3 miliardi di lire + il prestito di Bruno Conti. Cifra che oggi fa sorridere. Ma che all’epoca, per una società piccola come la Roma, era un investimento simile ad un bagno di sangue.

Anzalone in quel periodo, fece costruire anche il centro sportivo di Trigoria, che a tutt’oggi è ancora il quartier generale dello staff tecnico dell’As Roma.

Breve storia di Trigoria

Fu costruito dal ’77 al ’79 e fu il regalo che lui lasciò a Dino Viola quando gli subentrò nel 79-80.

Roma: le vittorie di fine anni Settanta e inizio anni Ottanta

Ma torniamo al logo del lupetto
In questi recenti anni sin, dal primo avvento degli americani come proprietà, gran parte dei tifosi non hanno mai risparmiato critiche e polemiche verso James Pallotta, reo secondo molti, di aver “cambiato il logo della Roma”. Cioè in pratica, gli americani avevano solo modificato un po’ la grafica dello scudetto storico della Lupa coi gemelli, da come era nei primi anni 2000 e sono stati subito criticati da stampa e tifosi.
Nel 1978 è da dire che il lupetto di Gratton, invece, sconvolse totalmente la storia del simbolo della Roma. E in quel periodo i tifosi, anziché contestare aggressivamente, furono contenti e stimolati dal nuovo cambiamento che avrebbe dato una svolta alla storia del club. Ma erano altri tempi.

La Roma quindi, iniziò la stagione 78-79 con una veste nuova e molto entusiasmo.
Un nuovo simbolo, un promettente bomber come punta, un nuovo Centro Sportivo pronto dopo pochi mesi, un nuovo inno allo stadio (quello di Lando Fiorini) e poi nel ’79 un nuovo presidente e anche un nuovo allenatore, una nuova uniforme di gioco, di stile prettamente americano.

Una linea prodotta dalla Pouchain, che fu usata solo in quell’anno, ma che ancora oggi è nei ricordi più belli di chi come me, nel ’79 era un tifoso adolescente.
Quella rivoluzione giallorossa fu appunto l’inizio di una nuovo ciclo che partì proprio dal nuovo simbolo col lupetto. Passò tassativamente per l’acquisto decisivo di Falcao e terminò nel 1986, quando iniziò un lento declino. In quel periodo, con Dino Viola, la Roma vinse uno  scudetto e 4 Coppe Italia.
E disputò la partita più importante della sua storia, giocando l’amara finale di Coppa Campioni nel 1984 dove forse, a mio avviso, ricordo quella Roma di Liedholm, molto più forte di quella scudettata dell’anno prima.

La Coppa Italia 79-80: il primo successo di Dino Viola

La Coppa Italia 1979-80 fu l’inizio di un ciclo brillante e ricco di successi.

Nella stagione 79-80 la Roma conquistò la terza coppa Italia nella sua storia.
Apparentemente potrebbe essere una notizia insignificante, di poca importanza, poiché alzare il secondo trofeo nazionale è un buon successo annuale, ma non esaltante come vincere uno scudetto o una coppa europea.

Però quell’anno lì fu particolare, perché la società giallorossa, diede il segnale forte di cambiamento già iniziato l’anno prima con la nuova veste grafica di simbolo del lupetto stilizzato e del nuovo presidente Dino Viola che subentrò a Gaetano Anzalone e che portò l’allenatore che resterà sempre nei cuori dei tifosi giallorossi: Nils Liedholm “il Barone”. Che già conosceva l’ambiente caldo romano, in quanto aveva allenato la Roma già qualche anno prima, portandola addirittura al terzo posto nello storico campionato 1974-75 (da cui ci scrissero anche un famoso libro).

Poi anche l’uniforme innovativa in stile americano, della Pouchain fece apparire la Roma come una società diversa da quella delle stagioni precedenti, con tanta voglia di crescere e di vincere.

Il fatto è che per molti decenni, la Roma è sempre stata quella società di mezza classifica, che sfornava giovani belle promesse che poi erano prede di club più blasonati.

La stagione 1979 -80 però apparì subito diversa. Si sentiva forte il vento del cambiamento.
In estate Viola fece un mercato oculato per soddisfare le esigenze del Barone Liedholm e riportò Bruno Conti dal prestito al Genoa e comprò anche il giovane gioiello Ancelotti dal Parma. Prese anche gli “anziani” Benetti dalla Juve e Turone dal Catanzaro. Gente esperta e di personalità che furono preziosi per il rilancio del club. E prese anche Amenta dalla Fiorentina, un jolly all’apice di carriera, che fece anche bene in giallorosso.

Sistema Coppa Italia Anni Ottanta

La Coppa Italia di ieri, non era come la Coppa Italia attuale. Dove oggi basta giocare quattro partite per disputare la finale. No. Per vincere la Coppa Italia dovevi disputare nove gare.
La Coppa Italia del passato, era un torneo a mio avviso, affascinante. Perché la prima fase si giocava con dei gironi all’italiana da 5 squadre che si incontravano in partite di sola andata e ogni squadra giocava due volte in casa, due volte fuori e un turno, riposava. Tutto ciò in soli 15 giorni di partite notturne da metà agosto in poi.

Un full immersion di partite che in sostanza, era l’antipasto del campionato. I gironi erano formati da squadre mischiate di serie A e B.
Poi si passava ai quarti andata e ritorno in autunno.
Poi si passava alle semifinali andata e ritorno a marzo
E in ultimo, c’era la finale secca, allo stadio Olimpico.

As Roma 1979-80: Il cammino in quella Coppa Italia

Alla Roma nell’estate del 1979, per i sorteggi di coppa Italia, le capitò un girone con Perugia, Ascoli, Sampdoria e Bari.
I risultati furono subito incoraggianti per l’inizio stagione:

Perugia – Roma 0-1
Roma –  Ascoli 2-2
Roma – Sampdoria 2-1
Bari – Roma 0-1

Ai quarti ci capitò il Milan, che battemmo 0-4 fuori casa e pareggiammo 2-2 in casa.
Alle semifinali ci toccò l’insidiosa Ternana, che eliminammo grazie all’1-1 esterno e il 2-0 al ritorno a casa.

Finale 17 maggio 1980: Roma -Torino

Il 17 maggio fu una data storica per la tifoseria giallorossa, perché vedere in tv sulla Rai  in diretta dall’Olimpico, alle ore 17,30 in pieno pomeriggio, la propria squadra del cuore in finale contro un forte Torino, fu veramente una grande emozione.
La partita fu poco avvincente, noiosa e anche un po’ tesa. Pochissime occasioni da gol per entrambe le squadre.
Supplementari e poi i rigori. E lì fece la differenza il giovane portiere Franco Tancredi, subentrato come titolare a Paolo Conti in piena stagione.

La sequenza dei rigori sembrava drammatica per la Roma, in quanto sbagliò il primo e terzo rigore. Mentre il Torino segnò i primi due e poi Tancredi decise di parare altri 4 rigori ai granata e la Roma riuscì a recuperare e vincere segnando il sesto tirato ad oltranza.
Quando Tancredi parò il rigore finale a Zaccarelli, fu una gioia incredibile.

La conquista della terza Coppa Italia della sua storia, dopo le due precedenti vinte nel 63-64 e 68-69 avvenne dopo un anno esatto dell’insediamento di Viola come nuovo presidente della Roma.
E quella vittoria, inaugurò un lungo ciclo di trionfi giallorossi.

Roma: ecco come sarà la nuova maglia 2020-21?

A proposito di Anni Ottanta il prossimo anno la Roma giocherà con una divisa che ricorda quel periodo magico. 

E ‘sta cosa…ce piaceee!

Ugolotti lupetto ’79

Roma 2021