Storie del calcio: Viaggio nella storia della Nazionale italiana

Storie delle Nazionale italiana: dal primo mondiale del ’34 al trionfale del 2006

Rivivere, ripensare e raccontare fra aneddoti e statistiche, nonché i record di allenatori, giocatori e campioni della nostra gloriosa storia azzurra. Un’idea, in un momento in cui gli Europei slittano di un anno, davvero, ma davvero nostalgica. Metterla in pratica in un libro o “libretto” che possa diventare anche un piccolo almanacco è un progetto ben riuscito di Alberto Zanichelli.

Auto-pubblicato attraverso il canale di Amazon, il libro di Alberto Zanichelli, edito nel marzo di quest’anno, narra la nostra storia calcistica in un lasso di tempo, davvero vasto: dal 1910 al 2006. Insomma un secolo di calcio e oltre. Momenti di vita sportiva che tante generazioni di oggi, la mia compresa o non conoscono o ne hanno sentito appena sussurrare i fatti. E non parliamo soltanto della celebre Italia-Germania 4-3, che ha ispirato anche un film. Detta La partita del secolo e non sarà un caso. Indimenticabile la data: 17 giugno 1970 allo stadio Azteca del Messico. Mondiale del 1970.

Mondiali Nazionale italiana: Cile 1962, Inghilterra 1966, Mexico 1970, Germania 1974, Spagna 1982, Messico 1986 e Italia 1990

Si diceva “El partido del seglo“, con la telecronaca indimenticabile di Nando Martellini. Ma come ben sappiamo, e per fortuna, la nostra storia è andata oltre l’impresa contro la Germania Ovest.

Nel primo capitolo del libro intitolato “Le nostre storie mondiali” l’autore sceglie rispetto alla a tutti i mondiali dell’Italia, gli otto mondiali davvero indimenticabili. Si parte dal 1962 in Cile (noto a tutti per la celebre “battaglia di Santiago) e si conclude con il trionfo a Berlino del 2006.

Naturalmente l’autore non parte da Cile ’62, ma dal 15 maggio 1910 all’Arena Civica di Milano, quando abbiamo la prima amichevole fra la nostra rappresentanza e quella francese. Dal primo giorno di vita degli azzurri si snoda un lungo percorso che passa per i primi successi degli Anni Trenta, passando per l’epoca fascista, il Dopo-guerra, le peripezie del ventennio Anni Sessanta-Settanta e i trionfi di Spagna e Germania. Insomma una gran bella cavalcata, per qualunque appassionato di storia calcistica italiana. E ad Alberto Zanichelli gli si può dire tutto (vedremo poi qualche difetto di questo lavoro), ma non che gli manchi la passione di ciò che scrive. Non che usi parole enfatiche ed emozionanti più di tanto, ma con la semplicità del cronista e del piacere anedottico ci trasporta fra storie di campionati, campioni, meteore e matricole, nonché successi indelebili e fallimenti. E’ l’uso del Noi di coinvolgimento che amplifica la prospettiva della storia. E ci fa compartecipi di momenti di cui abbiamo sentito parlare.

Ma attenzione, non è che lo fa parlando soltanto delle otto tappe da lui scelte, ma preferisce un approccio più statistico e documentaristico, per cui ogni competizione mondiale prende vita dal percorso di qualificazione (con statistiche puntuali e precise, compresi i riferimenti delle partite e i marcatori) e prosegue parlando delle qualificazioni dei C.T. e culmina, infine, nelle cronistorie delle partite di qualificazione e delle fasi finali.

Insomma un gran bel lavoro, ottenuto mischiando le fonti di Wikipedia e del sito www.italia1910.com. Una fatica di non poco conto e che merita rispetto. Anzi un applauso. Una cosa che fai solo se la passione, te lo fa fare.

E non staremo certo qui a raccontarvi tutti gli episodi significativi degli otto Mondiali di cui si parla. Riteniamo importante evidenziare la cura dei particolari e la precisione che contraddistinguono i singoli paragrafi. Ad esempio gli avvicendamenti fra i c.t. o i passaggi di fascia di capitano. O ancora accenni a Europei precedenti e anche qui un catalogo di arbitri, partite e statistiche. Insomma Alberto Zanichelli non si concentra solo sul topic (diremmo oggi) del Mondiale, ma crea una cornice di presentazione intorno ad esso.

Nazionale italiana 2006: dalle qualificazioni alla finale contro la Francia

Come è il caso di Germania 2006, dove si raccontano e si rivivono tutte le partite di qualificazione degli uomini di Lippi. Ad esempio: chi di voi si ricordava della vittoria per 2-1 a Palermo il 4 settembre 2004? Marcatori: Carew, De Rossi e Toni? O ancora di un rocambolesco 4-3 contro la Bielorussia a Parma. Farlo, ancora ancora, per un Mondiale non è nulla di complicato, ma farlo per ben otto campionati mondiali, richiede pazienza e lavoro sodo.

Nel caso della missione tedesca, c’è poi un’ulteriore analisi precipua delle amichevoli di preparazione. E chi si ricordava un 4-1 a Firenze contro i tedeschi. Presagio di trionfo?

Quindi del celebre 2006 si ripercorrono le fasi salienti di tutte le sette sfide. In alcuni casi Alberto Zanichelli si lascia andare un po’ di più rispetto a un mero cronismo. A volte racconta alcuni suoi episodi personali, tipo quelli classici delle vigilie delle grandi sfide e ci fa comprendere come il suo essere “tifoso” si manifesta anche nel quotidiano. Come accade spesso ai veri tifosi doc.

Scontato dire che maggior tempo si sofferma sulle azioni salienti delle semifinali di Dortmund e della finale del 9 luglio. E anche qui non gli perdono alcune mancanze o inesattezze (come un mancato accenno alla divampante azione di Cannavaro nel ribaltamento del fronte del 2-0 o un’imprecisione nel riportare la famosa e scandita frase finale di Fabio Caressa dopo la vittoria contro la Francia).

Sopperisce alle inesattezze una grande professione d’umiltà. E questo mi ha colpito e in positivo. Il riconoscere, ad esempio, la generosità del rigore dato a Grosso in Australia-Italia. E di esempi dove la critica si fa presente, ma non dilungata ce ne sono tanti nel libro.

Talvolta (questa non gliela perdono) tralascia, tuttavia, dei momenti clou. Personalmente, su quei momenti io avrei raccolto o recuperato più immagini e documenti. Li avrei raccontati con più empatia e me ne sarei dilungato maggiormente. Fra gli esempi di incompletezza del percorso, direi, sicuramente quella “partita del secolo” che meritava un capitolo a parte e una maggiore capacità descrittivo-emotiva. Ma anche la scelta di non approfondire il percorso tortuoso e particolare di USA ’94, con quei momenti eroici di Baggio e Massaro e lo sconforto finale.

Mondiali di calcio: il decennio d’oro del calcio italiano negli Anni Trenta

Come dicevo prima, di pregi questo libro ne ha molti. E il lavoro accurato di Alberto Zanichelli emerge quando si parla del decennio magico del calcio nostrano. E sin da subito c’è da dire che questa quarantena ci porta a riscoprire le nostre origini. Noi, per esempio, abbiamo scoperto che il calcio non è nato in Inghilterra. Abbattendo così un luogo comune in voga da anni. Ma, sicuramente, se scaviamo ancora un po’ troviamo altre chicche.

In quanto a chicche, Alberto Zanichelli, non è da meno. E così apprezzo moltissimo e anzi lo ringrazio o meglio lo ringraziamo tutti di aver avuto l’intuizione di scavare nel nostro passato.

Il decennio del calcio d’italiano? A quando risale?

Ammetto che su questo storico decennio la mia conoscenza era veramente scarsa. Il libro di Zanichelli mi ha insegnato moltissimo e soprattutto mi ha fatto scoprire record e precedenti storici che non conoscevo. O diciamocelo pure, di cui non mi sarei interessato. Non perché snobbi l’argomento, ma perché, con i tempi di oggi, non c’è un attimo per soffermarsi. Ecco che la combinazione della quarantena unita all’indagine storica di Alberto mi ha consentito di colmare questo gap.

Ad esempio conoscere chi è stato il primo capitano della Nostra Nazionale? O il primo marcatore? O ancora come si giocava negli Anni Venti e Trenta? Quanto ha inciso il regime fascista nel percorso e nei successi dell’epoca?

Io, per esempio, non sapevo nulla delle Olimpiadi di Amsterdam del ’28 e nemmeno della Carta di Viareggio. Ma nemmeno conoscevo bene le qualità e le vittorie di un grande commissario tecnico del nostro calcio italiano: Vittorio Pozzo.

Ancora oggi poco sappiamo sui trofei e le vittorie indimenticabili del 1934 e del 1938. Nomi che a nominarli adesso suonano strani: Libonatti, Baloncieri, Mumo Orsi, Schiavio, Ferrari e Giuseppe Meazza. Questo già lo conosciamo un po’ di più, come immenso campione dell’Inter e persona a cui è stato intestato uno degli stadi più gloriosi di sempre.

Troviamo alcuni focus, davvero interessanti, su personaggi che oggi non conosciamo, ma che hanno fatto la storia di questo sport.

Chi ha inventato gli Europei? E qual’è l’antenata della Coppa dei Campioni?

Un esempio, che mi viene da prendere (senza spoilerare troppo) è l’aver scoperto la figura di Hugo Meisl. Dirigente ceco, ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico (pensate un po’!) che contribuì a creare la fondazione austriaca, costruì il Wunderbar Team e soprattutto diede vita agli Europei di calcio e alla Coppa dei Campioni. Eh sì! Avete letto bene, quest’uomo ha in pratica creato il calcio di cui oggi noi parliamo.

Gli Europei si chiamavano Coppa Internazionale e si giocavano con torneo all’italiana nell’arco di due o tre anni. La Mitropa Cup, poi Coppa dei Campioni e oggi Champions League si svolgeva fra squadre di club dei paesi di Austria, Cecoslovacchia, Jugoslavia e Italia.

E potrei andare avanti ancora, ma preferisco lasciare la lettura ai più interessati.

Storia degli oriundi del calcio italiano e dello sport italiano

E ancora più interesse e pregio riveste il lavoro del terzo grosso macrocapitolo dedicato agli oriundi. Anche qui si parte dall’anteguerra (diremmo oggi) e si arriva fino al campione del mondo Mauro German Camoranesi.

E qui la Storia si intreccia con la storia del calcio e ne nasce un bellissimo e prezioso collage di emigranti e immigrati, che ancora oggi ci contraddistingue.

Personalmente, parlando, aver letto questa storia mi ha attratto moltissimo. Conoscere le storie degli emigranti italo-argentini o italo-uruguagi e sapere che grazie a molti di loro i nostri successi negli Anni Trenta si sono consolidati. Apprendere le regole che FIFA e Federazione Sudamericana imponevano.

Un catalogo di prescelti divisi per nazioni (Brasile, Argentina, Uruguay) e presentati con una propria biografia e le proprie peculiarità. Un esempio è quello dell’ex juventino Luisito Monti, che è l’unico ad aver giocato due finali con due nazioni diverse ed è il primo ad aver segnato su punizione in un mondiale.

Perché si dice “zona Cesarini”?

E un’altra chicca, su cui tutti ci siamo arrovellati, nel tempo è quello del perché un goal segnato all’ultimo è etichettato con “zona Cesarini”. Oh finalmente l’arcano è svelato. Renato Cesarini, italo-argentino (vincitore con la Juventus di 5 scudetti) segnò in Italia-Ungheria del 13 dicembre del 1931 al 90′. Precisamente siglò il 3-2 vittorioso per la Nostra Nazionale. Un momento che lo rese famoso per sempre.

Quindi, come si può ben intuire, si parla di anni, epoche ed eroi di altri tempi.

Se, come detto, c’è qualche piccolo difettuccio, ammiro lo stesso la costanza, la volontà e la particolarità del lavoro dell’autore. Specialmente l’approfondito recupero di biografie, dati e risultati dei periodi storici analizzati.

Lodo la sua idea di metterci a disposizione un memoriale storico calcistico da consultare. Per i più appassionati di calcio, soprattutto del calcio vintage e dei record di questo sport, questo libro è perfetto. Condensa in poche pagine statistiche, esordi, addii  e biografie dei campioni del secolo scorso. Si concentra su tanti personaggi che hanno radicalmente modificato e modernizzato questo sport.

In un momento dove il calcio è stoppato. E’ a porte chiuse. E’ falcidiato da quello che è il senso del gioco stesso: goal, parata, giubilo, amarezza, pubblico e idee. Il rivivere per sommi capi (senza aver a disposizione video o altri documenti) quello che è la genesi della nostra gloriosa storia e i successi che abbiamo saputo costruire è un’iniezione di fiducia per pensare che un giorno, tutto questa crisi sanitaria, sarà alle nostre spalle.

Ciò che abbiamo saputo fare nel corso dei decenni. I record che abbiamo saputo migliorare. Le competizioni, a cui per primi, abbiamo partecipato fra tutte le nazioni del mondo. Quello che abbiamo insegnato in giro per le nazioni calcistiche. Ciò che eravamo, siamo e saremo sempre nel nostro futuro.

Insomma, sotto forma di storia calcistica, ci stiamo ripetendo ancora una volta che: #andràtuttobene! Forza Italia! 

Storie del calcio: Viaggio nella storia della Nazionale italia – Scheda

Pagine: 97

Edito: Marzo 2020

Disponibile: su Amazon e Kindle in forma elettronica

Disponibile su Amazon: in forma cartacea

Alberto Zanichelli biografia

Alberto Zanichelli è nato a Parma nel 1956, dove vive e lavora. Si è laureato in
Scienze del Turismo con una tesi sul Turismo Enogastronomico della sua provincia.
La sua passione per lo sport, in particolare calcio e ciclismo, risale all’infanzia e
recentemente ha pubblicato il libro, ‘Storie del Calcio’, che ripercorre la storia della
Nazionale Italiana, attraverso alcuni momenti significativi.

Scrive per il sito www.habitante.it e gestisce due blog: https://zanichellimagazine.blogspot.com/ e https://storiecalcioeciclismo.blogspot.com/