Mauro Icardi da Milano a Parigi, senza ritorno!

Mauro Icardi lascia l’Inter e firma per il Psg. La telenovela di questi ultimi mesi è giunta miracolosamente al termine

Non so come e da dove cominciare questo mio pezzo.

Non è facile rinchiudere tutto dentro e non lasciarsi trasportare dalle emozioni vissute in questi lunghi mesi. Avrei voluto trovarmi meno in difficoltà di fronte a questa pagina bianca e scrivere di quanto tu sia stato importante. Di quanto tu sia stato la luce in questi anni nerazzurri così bui.

Ci hai fatto gioire. Ci hai fatto urlare il tuo nome a squarciagola per ben 124 volte. Non una cosa da poco.

Sì, caro Mauro Icardi. Avrei voluto scrivere un altro tipo di pezzo.

Uno di quelli “strappalacrime” indirizzato a colui che ha fatto la storia del nostro club, a colui che si è caricato tutte le responsabilità sulle spalle e ci ha permesso di non affondare in questi anni difficili.

Avrei voluto tesserti le lodi per un trasferimento mal digerito, ma dovuto. Per una strada interrotta troppo presto. Per una cessione difficile da accettare, ma necessaria, per il bene del club.

Saresti potuto essere un nuovo eroe nerazzurro. Invece…

La storia è ben diversa. Ciò che ci resterà sarà solo il freddo dato statistico delle tue reti in nerazzurro. Ciò che proveremo nel rivederti in campo con una maglia differente dalla nostra sarà indifferenza o peggio un misto di rabbia.

Eh già caro Mauro, perché tu avevi tutto ciò che noi sogniamo. Tenevi in mano le redini del mondo nerazzurro, essendone il capitano.

Eri per noi l’emblema di quella squadra che amiamo e per cui soffriamo o gioiamo.

Rappresentavi quei colori. Ne eri simbolo, come prima di te lo sono stati tanti altri grandissimi giocatori, ma tu da loro non hai preso nulla.

Ahinoi! Vista la nostra storia avresti dovuto seguire il loro esempio, invece hai solo seguito il tuo smisurato ego.

Il tuo non era più vero amore!

Hai indossato questa nostra gloriosa maglia per cinque anni. Ti abbiamo difeso in ogni circostanza e occasione. Per noi eri il bomber infallibile. Il giocatore da cui dover ripartire ogni anno.

Noi Mauro ti abbiamo amato, anche quando battevi cassa. Quando minacciavi l’Inter di voler andare via solo per guadagnare qualche milione di euro in più. Magari avrai fatto bene. Poteva anche essere giusto che tu guadagnassi qualcosina in più. Ma non hai mai pensato che fosse più appropriato esternare le tue richieste nelle sedi più opportune?

Perché, vedi caro Mauro, noi tifosi non siamo mica scemi. Possiamo anche amarti, stravedere per te, ma quando certe “comunicazioni” servono solo a minare la tranquillità dell’ambiente, a creare polveroni e far sì che la stampa ci ricami sopra, beh, allora in quel caso cominciamo ad essere sospettosi e diffidenti.

Ricordo quella tua voglia di Napoli. Impossibile da dimenticare. Sembrava tutto fatto, ma poi arrivò l’adeguamento di contratto ed ecco rifiorire l’amore per l’Inter. Un amore che risbocciava ogni volta che un contratto nuovo nasceva. Strano, eh?

Ricordi anche tu, vero? Beh, in quell’occasione la tifoseria cominciò a frammentarsi. C’era già chi ti voleva via da Milano e chi voleva che restassi, ma senza quella fascia al braccio.

Io ero uno di questi ultimi.

Mandarti via da Milano, per prendere in dote Gabbiadini anche no. Dovevi rimanere e continuare a segnare con la nostra maglia, ma già da allora avevo capito che non potevi più essere il nostro capitano.

Proprio da questo spazio misi tutto per iscritto. Ricordo che qualcosa si era già incrinato. Che quel tuo modo di fare nei confronti di società e tifosi mi aveva aperto gli occhi.

Cominciavo a vederti in maniera diversa. Cominciavo a dubitare di te.

Ti ricorderemo solo come uno dei grandi bomber della storia nerazzurra

I tuoi numeri rimarranno impressi nella nostra storia, ma anche il lento declino che ti ha portato in prestito al Psg non sarà facile da cancellare.

I giocatori passano, l’amore per questi colori no. Mai.

Vedi, caro Mauro, la differenza sostanziale tra noi e te sta tutta qui.

Ti professavi innamorato dell’Inter e dei suoi colori. Ritenevi di aver trovato una famiglia dalla quale non avresti voluto separarti, ma le parole stridono con quelli che sono stati i tuoi comportamenti in questi lunghissimi mesi.

Hai rinunciato a tutto. All’amore dei tuoi tifosi. All’essere simbolo indiscusso di Milano. Perché? Perché caro Mauro Icardi?

Per una fascia tolta dal braccio? Ma davvero? Perché qualcuno ha pensato bene che non potessi rappresentare la società Inter con le tue parole o i tuoi modi? Solo perché qualcuno ha pensato bene che non fossi da esempio per nessuno?

Caro Mauro, la lista di cose combinate da Natale in poi è abbastanza lunga, ma tu continuavi a dichiararti innamorato dell’Inter, ma senza mai fare un passo in avanti per riavvicinarti al gruppo e ai tuoi tifosi.

Hai finto un infortunio e ti sei chiamato fuori dai giochi nel momento più delicato della stagione.

Ci hai lasciato in balìa degli eventi, in mezzo alle difficoltà, quando serviva un leader.

Fossi stato realmente quel capitano che professavi di essere avresti potuto sotterrare l’ascia di guerra e caricarti le difficoltà dell’Inter sulle spalle, per poi a giugno tirare i conti. Avresti anche potuto chiedere la cessione e una volta via ti avremmo ricordato in altro modo.

Saresti andato via tra i mugugni della gente, gli applausi, l’indignazione e il rammarico di molti tifosi.

Forse nel tuo mondo fare ciò che hai fatto era cosa buona e giusta. Magari hai pensato che qualcuno sarebbe venuto ad implorarti. Si sarebbe genuflesso dinanzi a te e, chiedendoti perdono, ti avrebbe chiesto di tornare sui tuoi passi.

No Mauro. Hai toppato alla grande, come ben sai, la storia è andata avanti in maniera diversa.

Mentre tu eri alle prese con il fastidiosissimo dolore al scinochio che non ti dava tregua, tua moglie aizzava le folle con la sua dialettica dal salotto buono di Italia Uno. Un’accoppiata veramente vincente.

Cosa avresti voluto che facessimo?

Il caso era scoppiato. La telenovela più stucchevole degli ultimi anni era già partita. Nessuno intendeva mettere fine a questa pagliacciata.

Intanto passano le giornate e rischiamo di non qualificarci in Europa. Spalletti (che poi pagherà!) sbotta, uno, due, più volte.

Tu, caro Mauro Icardi, medi il tuo ritorno in gruppo e in campo e per farlo, è bene ricordarlo, ti affidi ad un avvocato. Perché si sa, per vestire la maglia che ami è necessaria la mediazione di un buon avvocato.

Tutto risolto? Ma anche no. In campo sembri un corpo estraneo. Torni al gol, ma solo dal dischetto e quando, all’ultima giornata, hai la possibilità di spianarci la strada verso la tanto agognata Europa, dannatamente sbagli.

Quell’errore dagli undici metri sancisce la definitiva rottura tra noi e te. Quel tuo incedere verso il pallone privo di convinzione e voglia. Molle. Perché quell’errore dagli undici metri poteva costarci caro. Carissimo. Ma che importa. Tu ami e avresti amato l’Inter anche senza Champions!

Ormai siamo sempre più distanti

Sei ufficialmente fuori dal progetto. Sul mercato. Un peso per questo gruppo e questa società.

Iniziano addirittura delle “guerre mediatiche” sui social tra noi tifosi, mentre tu piombi nell’oblio. Non parli. Non dici nemmeno una parola. Sul tuo profilo Instagram scompaiono improvvisamente i colori. Sei silente anche nelle immagini.

Lasci che sia la stampa a parlare e straparlare.

Si susseguono le voci di un possibile accordo con i nostri acerrimi nemici.

Pare ci sia un progetto firmato Paratici per portarti a Torino e la rottura con l’Inter ne era il perno centrale.

Alla luce di quanto leggiamo e sentiamo cresce la nostra rabbia. Nessuno ti vuole più a Milano.

Intanto inizia la nuova stagione, ma tu dichiari di non volere andare da nessuna parte. Rifiuti piazze prestigiose ed altre vogliose di riscatto. Dici di voler restare a Milano, per la famiglia, perché hai appena comprato casa. Perché Milano e l’Inter sono casa tua. Poi però strizzi l’occhio ai gobbi, unica destinazione accettabile.

Wanda ha già un accordo di massima. Un contratto abbastanza cospicuo, visto che in nerazzurro guadagni appena 4.5 milioni di euro. La società chiede una offerta concreta e che possa soddisfare le nostre condizioni. A Torino non ci sentono e continuano a fare leva sul giocatore. La situazione non evolve.

L’esclusione e la denuncia: l’ultimo atto prima dell’addio

Intanto sei fuori dai giochi. Niente tournée in Asia. Niente amichevoli e niente parte tattica svolta col gruppo.

Icardi è sempre più solo. Sempre più lontano dal mondo Inter. Tu non molli. Continui a dichiarare che vuoi restare in nerazzurro e lo stesso fa la tua metà, ma non c’è alcun futuro per te (voi) a Milano.

Arriva Lukaku e dopo la fascia perdi anche la maglia numero 9. Un messaggio chiaro. Forte e deciso da parte della società. Nessun passo indietro. Si lavora per la cessione.

L’ex capitano continua a rifiutare le offerte che arrivano a Milano. Niente Monaco, niente Atletico Madrid, niente Napoli e niente Roma.

Lui vuole solo l’Inter o la Juve, non si è ancora capito.

A pochi giorni dalla chiusura di mercato e a poche ore dalla seconda giornata di campionato ecco la bomba. Mauro Icardi denuncia la società nerazzurra.

Chiedi il reintegro immediato e un indennizzo economico. Ci può anche stare. Hai sempre detto di amare l’Inter, magari questa è la volta buona… Peccato solo che la denuncia decadrà in caso di cessione.

Quindi, facendo due conti veloci, il giocatore prova a garantirsi l’uscita più sicura, magari quella che lo avrebbe portato a Torino.

Niente da fare. Nemmeno l’ultimo tentativo produce effetti positivi.

L’Inter non si fa intimorire, la squadra sembra non subire pressioni psicologiche e a Cagliari coglie una sofferta vittoria.

Il mercato è agli sgoccioli. Si apre uno spiraglio. Icardi può partire in prestito, basta solo che rinnovi. Marotta è perfetto. Obbliga il giocatore a rinnovare per un anno e lo spedisce a Parigi in prestito con diritto di riscatto a 70 milioni. Chapeau!

A Milano e in tutta Italia si sboccia dopo la partenza di Mauro Icardi

Alla notizia che fossi in partenza per Parigi non stavamo più nella pelle. Hai visto con quanta esaltazione abbiamo accompagnato le fasi salienti del tuo passaggio al Psg?

Hai notato come eravamo preoccupati durante le visite mediche, perché temevamo che il tuo “scinochio” non fosse forte e resistente dopo l’infortunio gravissimo che hai subito e i diversi interventi chirurgici che hai patito. [ironia mode on]

Perché? Noi teniamo a te, Mauro. Hai visto?

Tu ci hai trattato male, mentre noi no. Noi ti abbiamo amato ancora di più quando hai apposto la tua firma sul nuovo contratto. Quando, avvenuta l’ufficialità, abbiamo potuto festeggiare la tua partenza da Milano.

Sì Mauro Icardi, abbiamo aspettato questo momento da mesi.Perché eravamo stufi. Stanchi. Incazzati.

Perché non potevamo più permettere che il nostro ex capitano, un nostro tesserato – con la complicità della moglie – ci prendesse in giro così.

Scusaci Mauro se alla prima di campionato, in quello che è stato il tuo tempio, abbiamo urlato a squarciagola il nome del nostro nuovo numero 9. Del nostro nuovo bomber.

C’è già chi spera che il belga fallisca, che l’Inter vada giù. Ma questi personaggi non amano il nerazzurro, né tantomeno l’Inter, sono affascinati ed innamorati dell’Icardi Fc. Proprio come te. Ma noi no. Noi siamo diversi.

Io ad esempio ti auguro il meglio, Mauro Icardi, bomber implacabile e killer dentro l’area di rigore.

Davvero, ti auguro di poter trovare a Parigi quello che a Milano non sei riuscito a trovare: Le vittorie. Il successo. Il denaro e perché no, anche la Juventus se è il tuo sogno.

Ma ti auguro soprattutto di cambiare, perché se come calciatore poco si può dire, come uomo hai ancora tanto da imparare…

Il capitano dell’Inter deve avere rispetto e onorare la maglia nerazzurra”.

Sai chi lo diceva? Un certo Giacinto Facchetti. Credi di aver onorato la maglia e la fascia che lui ha indossato prima di te allo stesso modo? Di aver rappresentato l’Inter e il senso di appartenenza a questa gloriosa famiglia? Fossi in te qualche domanda me la farei.

Intanto…

A presto Mauro. Anzi.

Addio.