Juve: lo scudetto del record europeo che porta luci e ombre

Juventus record: nove volte Campioni in Italia

In Italia, prima dell’attuale Juventus, non si era mai andati oltre i cinque titoli consecutivi. Un record che era stato raggiunto per primo dalla Juventus degli anni d’Oro, quella storica squadra di Combi, Rosetta e Calligaris che per prima mise un segno indelebile nella storia del calcio italiano. Prima grande soddisfazione sportiva della famiglia Agnelli, rappresentata, allora, dal Presidente Edoardo.

Poi ci fu il Grande Torino di Capitan Mazzola. Una squadra che solo la terribile tragedia di Superga riuscì a fermare e che forse, senza quell’infausto giorno, avrebbe visto i granata allungare il proprio cammino ricco di allori. Infine ci fu l’Inter…che vinse cinque scudetti di seguito, di cui uno classificandosi terza e uno con le rivali penalizzate in classifica e con la Juventus relegata in Serie B. Un record con un valore sportivo non esattamente pari ai precedenti.

L’impresa della Juventus assume, quindi, un valore inimmaginabile. Si fa fatica a pensare che un record di queste proporzioni possa essere eguagliato o superato da qualche altro club. Se non dalla Juventus stessa che, come nelle intenzioni del Presidente Andrea Agnelli, punta alla Stella di campionati consecutivi. La giusta vendetta contro chi ha gioito delle disgrazie della Vecchia Signora, vittima di Calciopoli.

Un cammino pieno di record e di soddisfazioni, che ha visto la Juventus battere uno dopo l’altro le proprie rivali.
Dal primo Scudetto vinto senza subire nessuna sconfitta, al record dei 102 punti, dalle 4 doppiette consecutive alla tripletta sfiorata per due volte e mai raggiunta. Ognuna di queste vittorie racchiude tanti piccoli traguardi che hanno portato la squadra bianconera a superare sempre i propri limiti. Guidata da tre tecnici con tre filosofie completamente diverse, tutti e tre sono riusciti a vincere sin dal primo anno in bianconero. Se per Allegri non era il primo successo in Serie A, sia per Conte sia per Sarri si è trattato della prima vittoria in campo nazionale.

Premiazione scudetto 2020: la stagione

il suo nono Scudetto consecutivo. Un titolo conquistato vincendo quello che con ogni probabilità è stato il campionato più anomalo della storia del calcio europeo. Un campionato che ha visto una sospensione durata 104 giorni, che ha lasciato strascichi nelle gambe e nella mente di tutti i giocatori del campionato.
I ragazzi di Sarri hanno sollevato il trofeo dello Scudetto in un Allianz Stadium tristemente vuoto. Una festa a metà, segnata dall’assenza dei tifosi sugli spalti e con il pensiero rivolto a chi a causa della pandemia ha sofferto e perso i propri cari.

Un contesto triste, che però non sminuisce l’eccezionalità e il valore di una vittoria che segna con ancor più forza il nome della Juventus nella storia del calcio italiano ed europeo. Un traguardo, quello dei nove titoli consecutivi, che non ha eguali tra i maggiori campionati europei e ovviamente nemmeno nella storia del calcio italiano. E che, forse, assume maggiore eccezionalità se si guardano alle difficoltà che i bianconeri hanno dovuto affrontare lungo il cammino.

Una stagione travagliata: i record negativi

La stagione attuale, nella sua stranezza, ha determinato il raggiungimento anche si di alcuni record negativi. Mai la Juventus aveva vinto lo Scudetto subendo 7 sconfitte e mai aveva subito 43 gol nelle precedenti annate.
L’andamento è stato certamente influenzato in maniera forte dalla crisi vissuta dai calciatori. Se è vero che per il cambio di mentalità che la scietà ha voluto intraprendere con l’ingaggio di Sarri era preventivabile una minore solidità, è altrettanto vero che il ritorno all’attività agonistica dopo la chiusura ha determinato un aumento della fragilità difensiva della squadra bianconera. È stata anche la stagione delle rimonte subite: la Juventus è stata rimontata per diverse volte da una situazione di vantaggio, lasciando molti punti per strada.

Fermandosi ad analizzare l’andamento fino alla ventiseiesima giornata si vede come la media gol fatti si fosse assestata a 1,92 e per i gol subiti a 0.92, con 63 punti conquistati. Un andamento che potrebbe essere proiettato su 38 partite risultando 73 gol fatti, 35 subiti e  92 punti realizzati. Una previsione leggermente peggiore delle precedenti ma buona tenendo conto delle difficoltà del primo anno di Sarri.

Una rosa superiore ma non troppo

La Juventus si è presentata ai nastri di partenza, ovviamente, da favorita. Forte di una rosa superiore a tutti gli avversari. Una rosa che, purtroppo, si è mostrata affetta da problemi strutturali. Primo tra tutti il ruolo di terzino sinistro, in cui il solo titolare del ruolo è stato Alex Sandro, giocatore che ha dimostrato un rendimento inferiore alle aspettative. Alle spalle del terzino brasiliano sarebbe dovuto esserci De Sciglio, ma il terzino ex Milan, oltre ad essere adattato in un ruolo non propriamente suo, è stato molto spesso infortunato e non ha quasi mai dato il proprio apporto alla squadra.

Dall’altra parte l’acquisto di Danilo con evidenti ragioni finanziarie, ha costretto Cuadrado a retrocedere nel suo ruolo di inizio carriera. Per lui, fortunatamente, è stata una trasformazione positiva in quanto il colombiano ha avuto un ottimo rendimento.

A completare il reparto difensivo i cinque centrali di cui De Ligt giovane e catapultato in un campionato e in un contesto nuovo che ha necessitato di tempo per mostrare il proprio valore. Chiellini, capitano che ha subito un grave infortunio al ginocchio e ha dovuto rinunciare a quasi tutto il campionato. Demiral, giovane sorpresa positiva, ha subito anche lui la rottura del crociato ed è stato fuori per gran parte della stagione. E con Rugani che non si è mai mostrato pienamente all’altezza, tutto il peso della difesa è ricaduto sulle spalle del capitano ad interim Bonucci.

Centrocampo inadatto, attacco incompleto

Il centrocampo juventino ha visto gli acquisti di Rabiot e Ramsey. Il francese si è visto al pieno delle proprie capacità solo a fine campionato, dopo una stagione scorsa a dir poco travagliata con il PSG. Ramsey ha continuato in questa stagione ad avere grossi problemi fisici che ne hanno minato le prestazioni e tenuto fuori per lungo tempo. Stessa sorte per Khedira, sempre alle prese con fastidiosi guai fisici.

Si aggiunga un Pjanic partito bene, ma perso lungo la strada (scopri tutto sul nuovo acquisto Arthur) e un Matuidi le cui capacità mal si sposano con le esigenze del tecnico toscano. L’unico centrocampista che ha avuto un buon rendimento in stagione è stato Bentancur.

In attacco, dopo un mercato non convincente, Sarri ha avuto gli uomini contati. Anche in questo settore gli infortuni hanno lasciato il segno. Douglas Costa non si è visto quasi mai in campo, Higuain è mancato per lunga parte della stagione. Con Bernardeschi che ancora una volta non ha mantenuto le aspettative, gli unici all’altezza sono stati un ritrovato Dybala ed il solito Cristiano Ronaldo. Il fenomeno portoghese ha realizzato 31 gol, eguagliando il record di Felice Borel che resiste dalla stagione 1933/34, ma con una partita un meno giocata.

Maledetto CoViD

La pandemia non ha risparmiato i giocatori della Juventus. Sono stati tre, infatti, i tesserati della Juventus ad aver contratto il virus. Prima Rugani, poi anche Dybala e Matuidi sono risultati positivi e il percorso verso la guarigione non è stato facile. La malattia ne ha anche condizionato la ripresa delle attività ponendoli in difficoltà rispetto al resto dei compagni. Se anche sembrerebbe dalle prestazioni in campo che non abbia risentito, lo stesso Dybala ha dichiarato di non essersi sentito al meglio nelle prime partite del ritorno in campo.

Juventus-Lione: la partita della stagione

Le intenzioni del club bianconero, come dei componenti della squadra, sono ben ferme nel voler continuare la striscia vincente e portare alla stella. La società ha già cominciato a muoversi per dare a Sarri una squadra più adatta al proprio gioco. Sono già stati acquistati due giocatori funzionali alle idee di Sarri: un palleggiatore di centrocampo, il brasiliano Arthur dal Barcellona, e un assaltatore come lo svedese Kulusevski dall’Atalanta (la scheda completa sul talento) via Parma. Queste mosse sono costate la cessione del metronomo del centrocampo bianconero Pjanic, che già da un po’ era in calo di prestazioni.

Il mercato è ancora agli albori, ma prima di poter acquistare nuovi giocatori, la dirigenza juventina dovrà liberarsi di giocatori ormai a fine ciclo o dimostratisi non all’altezza, nonostante l’impegno. È molto probabile che Khedira, Douglas Costa, Rugani, Bernardeschi e forse anche Ramsey, Alex Sandro e Matuidi vengano sacrificati per abbassare l’età media della squadra ed il monte ingaggi e per aumentare il tasso tecnico.

Ma prima di pensare alla prossima annata e ai prossimi obiettivi c’è la Champions da affrontare. La Juventus non si presenta al meglio contro un Olympique Lyonnaise forte dell’uno a zero della gara di andata. Sarà una gara difficile, ma si spera di vedere in campo una Juventus spinta da motivazioni diverse da quelle viste in campionato, dove ha mollato il colpo dopo uno Scudetto praticamente già vinto.

Non sarà facile arrivare a Lisbona né eventualmente affrontare le grandi d’Europa per giocarsi la Coppa, ma la Juve ha il dovere di provarci, e di crederci.