Coppa Italia: per la Juve un pareggio striminzito a San Siro

 

Magro pareggio in Coppa Italia a San Siro: 1-1 strappato al Milan per un pelo. Se la Juve è questa, sterile e confusa, siamo sempre più preoccupati per la stagione bianconera. Ma la semifinale di ritorno allo Stadium (4 marzo) ci vedrà comunque favoriti di fronte a un Milan martoriato dalle diffide, Ibra incluso.

Squadra rivoltata come un calzino da Sarri rispetto alla sconfitta di Verona: dentro Buffon, De Sciglio, Matuidi e Dybala. Milan molto più in palla nei primi minuti: rossoneri aggressivi e due volte al tiro, Juve che fatica a tessere trame di gioco a centrocampo senza cadere in errori non forzati.

Hernandez e Rebic tra i più vivaci e propositivi. Per noi, invece, i soliti passaggi all’indietro. De Sciglio – attento in due coperture e un recupero – verticalizza per Ramsey, dal corner seguente battuta di Pjanic (ancora disperso, a tratti irritante) e nulla di fatto: anche questo un film già visto. Il bosniaco mostra tutto l’appannamento di questo periodo oscuro, prima rinunciando al tiro dal limite e poi crossando una punizione tra le braccia di Donnarumma. Tutto il primo quarto d’ora è avaro di emozioni bianconere.

Dybala spezza la monotonia

Al 28esimo ci grazia Calhanoglu che perde il tempo della conclusione. Ibrahimovic viene giustamente ammonito per una brutta manata, in elevazione, sul volto di De Ligt. Ma tra le nostre maglie non c’è intesa e quasi nessuno si assume il rischio di tirare (almeno) dalla distanza. Troppo tempo per prendere l’ultima decisione: così la difesa avversaria si ricompatta e le ripartenze vengono sterilizzate.

Cuadrado, che non premia mai le sovrapposizioni di De Sciglio, cerca il bolide più volte ma ottiene solo respinte. Dall’altro lato, Ibra e Castillejo danno sempre una certa sensazione di pericolo: il Milan tiene il pallino del gioco per tutto il primo tempo, seppur con varie imprecisioni nei cross.

Per noi sprazzi di classe e dinamismo dalla Joya (gran sombrero su Romagnoli) ma poi non c’è rifornimento di cross né qualcuno a riempire l’area, dopo un po’ infatti Ronaldo si reinventa centravanti. Matuidi s’inserisce con impeto, ma i passaggi sono troppo imprecisi per incidere. Il fraseggio a centrocampo è difficile, il Milan tiene bene le posizioni. Enorme la voglia di Dybala che spesso torna in difesa per recuperare palloni preziosi.

Dallo svantaggio al rigore

Ripresa al via: al 48esimo grande pericolo per una palla persa a centrocampo da Matuidi, che prova una finta maldestra. Cuadrado poi ci prova dal limite, ma sarebbe stato meglio servire Dybala sulla corsa verso l’area piccola. La frustrazione del colombiano è evidente quando prova l’elastico contro Theo e finisce per commettere fallo pochi secondi dopo essere stato fermato. Ronaldo salta più volte l’uomo, Matuidi continua a sbattersi con foga ma non c’è lucidità per imbastire manovre pericolose.

Ottimo Buffon sul sinistro teso di Ibra servito da Rebic, che affonda tra le maglie bianconere come nel burro. Di nuovo Gigi in angolo: spinge bene il Milan, molto più convinto di noi e al 60esimo trova il meritato vantaggio con un bel piatto destro al volo di Rebic, su cross morbido e millimetrico di Castillejo.

Dopo una svirgolata di Ramsey (altra gran delusione), il gallese lascia il posto a Bentancur. Altra manata in faccia, stavolta su Cuadrado nell’area del Milan, altro check al VAR e nulla di fatto. Ma è rosso per Theo Hernandez al minuto 71: altro merito di Paulo Dybala, spina nel fianco pronta a sgusciar via.

La Juve non c’è: per noi è #sarriout

Difficile trovare però bianconeri che seguano le ripartenze e quasi per nulla sfruttata la superiorità numerica: per fortuna a due minuti dalla fine Cristiano improvvisa un gran tentativo di rovesciata in area che sorprende Calabria (appena entrato) con il braccio largo: rigore! CR7 batte il penalty al centro spiazzando Donnarumma.

Contro un Milan decimato, allo Stadium avremo una grande opportunità per conquistare la finale di coppa. Ma questa non è una vera Juve. Il un ruolino 2020 è da allarme rosso. Se non avesse il suo strepitoso Re a segno da 14 partite consecutive, questa squadra confusa uscirebbe con le pive nel sacco da ogni competizione. Per noi è #SARRIOUT!