La storia del Chievo: come da un piccolo quartiere è nata una squadra europea

Chievo: 90 anni di storia

Il Chievo nasce nel 1929. Si tratta della storia di un piccolo quartiere di Verona, la cui squadra s’è poi consacrata come società modello e realtà solida all’interno del panorama calcistico italiano e non solo.

Chievo: origine del club 

Nel 1929 nasce la squadra Opera Nazionale Dopolavoro Chievo, disputando inizialmente gare amichevoli, non essendo ancora riconosciuta dalla FIGC. Il giorno ufficiale della nascita è il 6 settembre 1929. La prima partita ufficiale, dopo aver pagato i contributi necessari, è contro il Domegliana per il campionato “Liberi”. In questa competizione il Chievo arriva più volte al primo posto e nel 1932/33 si qualifica per le finali regionali. I colori originali della società clivense sono il blu e il bianco, diventati poi nel giro di poco celeste. Nel 1936, per problemi finanziari e l’arrivo della guerra, la società termina la sua attività e viene poi rifondata nel 1948. Da qui parte la cavalcata del Chievo, club conosciuto per essere l’unico ad aver scalato tutte le categorie, da quelle minori sino ad arrivare in serie A e, addirittura, nelle competizioni europee.

Il Chievo nel dopoguerra: 1945 – 1951

Alla fine del secondo conflitto mondiale, la società clivense riprende la propria storia e si iscrive al Campionato di Seconda Divisione grazie la presidente Recchia. Sono i cittadini veronesi stessi a cavarsi un campo dove giocare: si impegnano in una bonifica del terreno del Parona, mentre gli spogliatoi vengono ricavati dai locali di un’osteria vicina.

Dopo tanti anni la squadra di quartiere riesce a qualificarsi nel 1950/51 alla Prima Divisione. E battendo negli anni l’Olimpia arriva il titolo provinciale. Battendo poi il Costa di Rovigo e il Carmenta il Chievo si laurea Campione Veneto! In Prima Divisione le difficoltà si propaggono per un decennio.

Il 3 novembre 1957 viene inaugurato il nuovo campo ufficiale che è un campo parrocchiale ed è dedicato al commendator Bottagisio. Nasce uno dei primi bar-club di ritrovo dei tifosi clivensi: il Bar Pantalona.

Arriva poi la riforma dei campionati e il Chievo parte della Seconda Categoria, ma grazie a qualche investimento economico e alle buone prestazioni approda alla Prima.

Anche qui, come in precedenza, il salto di categoria viene pagato a caro prezzo. L’epoca del presidente Spada è fatto di alti e bassi, retrocessioni e risalite. La vera storia fiammeggiante e vincente del Chievo inizia con l’era Campedelli.

Chievo: l’era Campedelli

La storia del Chievo svolta nel 1964, quando a diventare presidente è Luigi Campedelli. Nel frattempo i colori ufficiali diventano il giallo e il blù; colori che si manterranno fino a oggi.

Nella Prima Divisione il tecnico che guida la squadra è Broggiato. Sono anni ancora di alti e bassi. Nel 1966/1967 la categoria viene persa ma immediatamente riconquistata il campionato successivo. Il bilancio non permette però l’iscrizione alla Prima Categoria che viene nuovamente guadagnata al termine della stagione 1968/1969. La guida è Lino Ottolino, più noto come Paolo, a guidare la squadra con 19 risultati consecutivi. Poi tornano come presidente Iorio e come coach Broggiato. Si apre la stagione per la Promozione e la si ottiene nell’anno 1966.

Gli anni Settanta del Chievo si aprono con una situazione thrilling. Il presidente Iorio lascia a sorpresa poco prima dell’iscrizione al campionato in Prima. Rileva l’incarico Montresor e iscrive la squadra veronese. Sarà l’arrivo di Giuseppe Campedelli a cambiare la mentalità e la storia di questa squadra. Prima idea è creare un vivaio solido da cui attingere e utile per rivendere i giovani. I risultati si vedono subito con la conquista della D e l’avventura ai quarti di Coppa italia per Dilettanti. Sono gli anni di una grande figura professionale: Niccolo Ciccolo, giocatore, allenatore e trascinatore dei clivensi. Con lui si vivono 5 anni di serie D.

Gli anni Ottanta rappresentano il momento dell’ascesa del Chievo. In particolare con Ferdinando Righetti, detto “l’Alpino”che porta la squadra alla C2. Il Chievo diventa A.C. Paluani Chievo s.r.l. e inizia a crescere. 

In pochi anni si passa dalla C2 alla C. E’ il momento in cui emergono volti centrali della società e delal squadra: Maran, Cossato, D’Angelo e Zanin.

Dopo il Mondiale Anni ’90 la squadra trova la sua definitiva denominazione: A.C. Chievo verona e passa sotto la guida di Luigi Campedelli. Nel ’92 quest’ultimo verrà meno e tutto passerà al figlio Luca.

Sotto la guida di Malesani nel 1993/94 la squadra veronese arriva alla serie B. i ragazzi di Campedelli fra vari allenatori resteranno fra i cadetti fino a fine secolo. A partire da questo momento, Luca Campedelli sceglie di affiancarsi a Giovanni Sartori, ex giocatore gialloblù e colonna portante della dirigenza sportiva clivense per i successivi anni.

Storia del Chievo: il 2001 e la favola in A

Nel 2001 la squadra gialloblù con mister Gigi Delneri vince il campionato di serie B e da qui parte quello che all’epoca è stato chiamato il “miracolo Chievo”. Il tecnico rimane al comando per quattro anni, portando il Chievo ai vertici del panorama calcistico internazionale. Il piccolo quartiere diventa realtà, e che realtà! L’entusiasmo dei supporters gialloblu è alle stelle, tutti i principali media parlano di quello che a tutti gli effetti può essere considerato un capolavoro. Stiamo parlando di una squadra di provincia, con risorse economiche contenute, in grado, però, di arrivare lassù in alto tra le big d’Europa. Alla prima stagione in serie A, il Chievo si classifica quinto: il posizionamento sorprendente garantisce l’accesso alla Coppa UEFA. L’avventura della società veronese in Europa League ha breve durata, in quanto è la Stella Rossa a eliminarla al primo turno dalla Stella Rossa.

Nel campionato del 2006, in seguito al caso “Calciopoli, il Chievo si ritrova quarto in classifica. Altro traguardo storico per la società veneta: stiamo parlando della Champions League, la competizione regina. Nel giro di dieci anni, il Chievo si è visto catapultato dalla serie C ai vertici del campionato italiano, con conseguente accesso alle Coppe europee. Si può parlare a tutti gli effetti della favola Chievo.

L’ultimo decennio della squadra gialloblù

L’anno successivo allo storico traguardo della Champions League è tragico e il Chievo finisce così in serie B. Guidata da Iachini, la squadra torna immediatamente in serie A, dove rimarrà con una certa tranquillità fino a maggio di quest’anno. Lo scorso campionato è stato letteralmente traumatico per tutto l’ambiente Chievo: ultimo posto in classifica, penalizzazione per plusvalenze e conseguente abbattimento morale per società, giocatori e tifosi.

Il Chievo riparte dalla serie B. Il futuro della piccola società veronese è tutto da scrivere, sperando possa ritornare ad essere il modello di società che l’ha contraddistinto per tutti questi anni. In alcuni casi si dice “buon sangue non mente”, speriamo.