Superlega: bannateli, puniteli o cacciateli, questo impasto i tifosi e le altre squadre non lo meritano

Aggiornamento Superlega

Rispetto a ieri, dopo le proteste dei tifosi sui social, le dichiarazioni dei giocatori e la presa di posizione forte dell’UEFA, il Manchester City si è ritirato, il Chelsea sta riflettendo e il Barcellona attende la decisione dei soci. Tentennano anche Arsenal, Liverpool, Manchester United e Tottenham.

Superlega: comunicato ufficiale

Lo dicevano da anni, lo sussurravano da anni – anzi il profeta Wenger lo aveva anticipato da anni – e ora lo stanno facendo diventare realtà: un campionato europeo con le grandi tradizionali d’Europa che si giocano la Lega. Sembrava un progetto utopistico, ma non lo è affatto.

UEFA, FIFA e leghe nazionali in disaccordo netto. E a noi tifosi cosa resta?

Juventus Football Club S.p.A. (la “Società” o “Juventus”) annuncia la sottoscrizione di un accordo con altri top club europei, ossia Associazione Calcio Milan S.p.A., Arsenal Holdings Limited, Club Atlético de Madrid S.A.D., Chelsea Football Club Limited, Football Club Barcelona, F.C. Internazionale Milano S.p.A., The Liverpool Football Club and Athletic Grounds Limited, Manchester City Football Club Limited, Manchester United Football Club Limited, Real Madrid Club de Futbol e Tottenham Hotspur Limited, per la creazione di una nuova competizione calcistica europea, la Super League. I club hanno concordato di partecipare alla Super League con un progetto di lungo termine. È previsto che altri top club europei aderiscano al progetto Super League, così da costituire un nucleo di club composto da un numero massimo di 15 membri fondatori permanenti, ai quali, in ciascuna stagione sportiva, si aggiungeranno altri club secondo un processo di ammissione, per un totale di 20 club. I club fondatori continueranno a partecipare alle rispettive competizioni nazionali”. 

È nata domenica notte, con gran sorpresa del pubblico social e dei tifosi. La consacrazione è arrivata domenica sera.

E nel comunicato ufficiale si specifica che l’idea è di collaborare con FIFA E UEFA e che la società costituita per la Superlega è una partecipata comprendente ciascun club che aderirà. Ciascun club verserà una quota di 2-8 milioni. Una volta stabiliti i diritti TV, i club riceveranno un netto di 3,5 miliardi e questa somma verrà ripartita fra i club fondatori in percentuali da definire. E nel comunicato si precisa che ancora nulla è ufficiale e che per ora la società – così come Milan e Inter – resta nelle competizioni che verranno assegnate.

Detto in parole povere: oggi è nata l’elitè e la massioneria del calcio. Il presidente sarebbe Florentino Perez e si attendono a breve le adesioni dei club invitati quali PSG, Bayern Monaco e pochi altri.

Super League: come funzionerebbe

Ora come si attuarebbe questo mega progetto? Più o meno come nel basket con l’Eurolega.

Due gironi da 10 squadre che giocano sia l’andata che il ritorno. Le squadre sarebbero 15 dei club fondatori (indicati nel comunicato) più 5 squadre che verranno prescelte in base ai risultati della stagione precedente (non sono specificati per ora i criteri).

A conclusione dei gironi ci sarebbero i tabelloni dei quarti che comprenderebbero le prime tre qualificate, mentre la quarta e la quinta farebbero i playoff per qualificarsi.

Da qui in poi l’iter sarebbe semifinale andata e ritorno e finale unica. Una specie di fusione fra Campionato internazionale europeo e Champions. Secondo Sky si potrebbe cominciare già ad agosto. 

UEFA, FIFA, leghe: la guerra fredda e la Nuova Champions dal 2024

Ma di fronte a uno scenario così poco democratico e soprattutto meritocratico UEFA E FIFA hanno risposto con un NO secco. Anzi hanno ribattuto con la nuova Champions nel 2024.

Questa avrà 36 squadre (le posizioni acquisite in campionato per le fasi finali di Champions) + un posto per la terza classificata in campionato nella quinta federazione del ranking UEFA,  un posto per quella che vincerà il campionato (con uno spostamento da 4 a 5 squadre per il percorso “Campioni”), un altro ai club con coefficienti più alti negli ultimi cinque anni che non si sono qualificati per la fase a gironi, ma per quella preliminare di Champions, Europa League o Conference League.

Ci sarà un unico girone e si giocheranno 10 partite: 5 in casa e 5 fuori casa non andata e ritorno, ma contro varie squadre.

Le prime otto passano agli ottavi, mentre dal 9° al 24° posto ci saranno gli spareggi secchi per completare il tabellone. Le ultime 12 verranno eliminate.

Come vedete un processo netto di allargamento ad altri campionati e quindi l’occasione non di un palco ristretto, ma sempre più allargato.

Chiaro che al comunicato della Super League la risposta della UEFA (quasi immediata) è segno di guerra fredda. Infatti sono partite subito stoccate fra uno dei fautori della SuperLega (Agnelli) e Ceferin (presidente dell’UEFA).

La UEFA ha anche minacciato che, se l’iniziativa non verrà sciolta, procederanno con clamorose esclusioni dalla Champions League già quest’anno (Real Madrid, Chelsea e Manchester City) e che i giocatori che giocheranno la SuperLeague potrebbero non giocare più con le proprie Nazionali.

Gli stessi governi – inglese e italiano – hanno annunciato la contrarietà e il deciso appoggio alle iniziative dell’UEFA. 

Così come sono partite le vibranti proteste del mondo del calcio.

Siamo davanti a uno scenario fra club avidi che cercano sempre più guadagni e la base portante del resto del calcio che vuole migliorare le cose, ma conservare uno status quo. 

Atalanta, Verona e Cagliari: squalificare dalla A Inter, Milan e Juventus

Con le piccole, quelle che si stanno facendo strada come i bergamaschi, a guidare la rivolta in Lega proprio oggi e a chiedere immediati provvedimenti a sfavore dei tre club fondatori.

E anche qui non si sono sprecati i battibecchi e le insinuazioni o accuse fra dirigenti e presidenti di società.

Vantaggi e svantaggi della Super Lega

Prima di dire la nostra su questa improvvisa mossa politico-sportiva andiamo ad analizzare i vantaggi e gli svantaggi della Superlega.

A favore di questa Master League (qualcuno ricorderà i pionieri di Pro Evolution Soccer) ci sono:

  • fascino degli scontri diretti fra squadre di blasone storico
  • tasso tecnico fra i più elevati al mondo con confronti frequenti fra campioni internazionali
  • liberazione di slot europei per altre squadre meno blasonate
  • possibilità di qualificarsi alla Super League e raggiungere i vantaggi economici
  • introiti fra stadi, marketing, diritti TV e merchandising
  • maggiore redistruzione dei soldi incassati per tutti: quasi 10 miliardi
  • (forse) possibile salary cup
  • possibile appianamento dei debiti dei club partecipanti
  • acquisto di giocatori di maggior valore e sempre più costosi
  • creazione di stadi propria proprietà

Di contro però:

  • perdita di interesse per il campionato nazionale
  • competitività pari a 0 (non esiste retrocessione)
  • inutilità di altre coppe europee come Europa League o Conference League
  • costituzione di un’elitè calcistica
  • impoverimento del campionato nazionale
  • “discriminazione” calcistica senza criteri ben precisi
  • impossibiità per club di taglia piccola di poter sognare imprese europee
  • ridimensionamento dei diritti TV nazionali
  • morte del calcio come concetto meritocratico
  • costi onerosi per i tifosi in TV 

Perché la Superlega è la morte del calcio? Le parole di Conte

Ma perché la notizia scuote l’ambiente da dentro? Anzi, anche da fuori se è vero che l’ex presidente del Consiglio Conte così s’è espresso oggi: “Chi oggi lavora per realizzare il progetto della Superlega e persegue una logica elitaria che prescinde dalla qualità del gioco, dal merito sportivo e dallo spirito di solidarietà, sappia che ci vedrà caparbiamente “contro”, come appassionati di calcio e come sportivi“.

 

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Come dargli torto! Che le ragioni del calcio di oggi siano solo business è ormai un andazzo che è evidente da dieci anni, ma che le spese insopportabili (aggravate dai costi Covid-19) debbano portare alla costituzione di un supponente e superbamente altezzosa elitè di club è tutta un’altra cosa.

Così va a morire anche la qualità di una gestione societaria, la capacità di equilibrare entrate/uscite, il saper investire sui giovani e l’ottenere successi.

Così si va a distruggere la ragion d’essere di un torneo Nazionale che, come la Coppa Nazionale, diventa un peso da sopportare. Quante squadre non faranno turnover di fronte alle necessità della Super Lega? Che interesse potrà mai avere un tifoso delle tre italiane fondatrici a vedere Juventus-Benevento?

È evidente che una “schifezza miliardaria” – appoggiata dal potentissimo gruppo JP Morgan – non può essere che la morte del calcio vero.

Cioè non ci darebbe più la possibilità di assistere all’impresa del Leicester di cinque anni fa! Alle partite con vittorie da 2 in schedina tipo Bari – Inter 2-1 (Enninaya – Cassano)! A sconfitte clamorose e impensabili come Deportivo- Milan 4-0! Al Bristol City che battè il Manchester United! Al Villareal che arrivò in semifinale di Champions! Al porto di Mourinho! All’Ajax di Ten Hag che perse contro il Tottenham ecc…

Potrebbero essere altri mille ricordi di queste serate. Di questo Davide contro Golia, che contro i pronostici va a vincere o sfiora le imprese impensabili.

E questi club vogliono toglierci tutto questo in nome del Dio denaro, di ingaggi faraonici, di spezzatini europei sempre più assidui e di un blasone che si sono scelti da sé stessi.

Chi l’ha detto che i club fondatori sono i più blasonati di Europa? Chi lo stabilisce? La storia?

Come quella di chi è andato in B meno di vent’anni fa? O di chi una sera a Valencia per un’eliminazione fece una rissa? O di chi non fa una finale da 14 anni? O di chi non vince una coppa internazionale dalla Coppa delle Coppe?

Si tratta di un gesto sovversivo e irragionevole di club che sono indebitati fino all’orlo e che hanno bisogno di più benzina per far andare le loro Ferrari. Alcuni, tuttavia, al pari della Rossa di oggi, non hanno più le potenzialità di una volta e hanno capito che l’organizzazione societaria e la qualità espressiva del calcio di altre squadre è destinato a perdurare e a “rubare” i pochi introiti possibili. E dato che la cosa non va giù, ecco che allora cercano di costituire una società massonica calcistica.

Napoli, Roma, Atalanta e le altre

Guardiamo in casa nostra, per esempio. Da anni ormai Napoli, Lazio, Roma, Atalanta tolgono posto a una delle due milanesi nelle competizioni europee. Per netti maggiori meriti sportivi.

E cos’è accaduto? Che per reggere il passo le due squadre hanno dovuto incrementare gli sforzi economici portandosi fardelli di debiti pesanti. La Juventus, invece, per tentare di vincere in Europa ha addirittura alzato il proprio monte ingaggi oltre le proprie possibilità, con risultati europei pari a 0.

Ecco che allora Roma, Lazio, Atalanta e chi arriverà in futuro danno fastidio e nel loro percorso calcistico vincente si prendono gli introti della qualificazione Champions o Europa League e li reinvestono con intelligenza. Cosa che negli anni passati le altre fondatrici (specie due) non sono state in grado di fare.

Ma come si sentono oggi Roma, Napoli, Lazio e le altre di fronte a questo scempio autolegittimatosi da sè? Perché devono sentirsi inferiori? Chi o cosa stabilisce il blasone?

Ecco che la guerra fredda in Lega A, ora, è ancora più gelida e la mossa di Inter, Milan e Juventus è destinata a creare una frattura non facile da sanare. Specie con un finale di campionato così intenso e incerto (per i posti europei).

Super Lega e il potere dei tifosi

E i tifosi? Quei poveri cristi che ogni anno spendevano almeno 500 euro (minimo) per seguire la propria squadra in casa e che ora non contano più nulla? Come si sentono? Riusciranno ancora a tifare la propria squadra per i soli colori sociali e le emozioni che ci ha regalato o avranno il coraggio di dire NO a questo calcio. Un calcio-business sul modello americano dell’NBA, ma senza certe condizioni base per essere NBA.

I tifosi, in teoria, avrebbero, se lo volessero un potere enorme. Sì, avete capito bene, enorme. Potrebbero negare la propria fede e smetterla di pagare diritti TV spacchettati e costosi, che con l’eventuale suddivisione della Super Lega potrebbero ancora di più spezzettarsi. Dovrebbero farlo, con coraggio e non commentando inutilmente sui social. Quello alle società poco importa.

Dovrebbero dare una risposta chiara a questo calcio che non ha più posto per le favole delle provinciali come il Chievo di Del Neri o il Verona di Bagnoli o la Sampdoria di Boskov o la Lazio di Eriksson. Ci vorrebbe un atto civile e non violento: io non ci casco; io non compro i tuoi diritti TV; io una Lega così costituita (quasi senza merito) non la guardo.

E la UEFA, FIFA e le leghe nazionali dovrebbero avere il coraggio, pur rischiando il cataclisma politico-carismatico, di fermare questo “calcio del futuro” con interdizioni severe e pesanti. Sospendere per cinque o anche dieci anni i club che hanno osato ufficializzare una lega così “altolocata”. Io vorrei che ce l’avessero e che per una volta, in questo amato sport, la giustizia trionfi davvero.

Non si possono spezzare così i sogni di un bambino italiano, norvegese, svedese, finlandese, scozzese, portoghese o più in generale europeo, africano, americano, asiatico. Come faranno a emergere i Shevchenko della situazione? Se questi club si affronteranno sempre fra di loro?

Bannateli, puniteli o cacciateli, perché questo impasto miliardario è la morte del calcio europeo e nazionale.