Lazio-Inter: la storia del match fra Biscione e Aquila Reale

Lazio-Inter: probabili formazioni e dove vederla in TV streaming

La sfida dell’Olimpico che si giocherà all’Olimpico si svolgerà clamorosamente al pomeriggio di domenica alle 15. Caso inconsueto per quella che spesso in passato è stata una classica di Natale!

Vediamo un po’ la storia di questo match sempre combattuto e avvincente, mai banale!

LAZIO (3-5-2): Strakosha; Patric, Acerbi, Radu; Lazzari, Milinkovic-Savic, Lucas Leiva, Luis Alberto, Marusic; Caceido, Immobile. All. S. Inzaghi

INTER (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Hakimi, Barella, Brozovic, Young; Sensi; Lautaro Martinez, Lukaku. All. Conte

La sfida sarà trasmessa da DAZN sia canale Sky, sia APP che sito web!

Lazio-Inter: biglietti

Come ben sapete fino al prossimo aggiornamento il massimo degli spettatori possibili sarà di 1000, massimo 2000 e dunque nessuna possibilità di vedere gli stadi aperti.

Se vuoi avere informazioni sui rimborsi per lo scorso campionato, qui i nostri aggiornamenti 

Lazio-inter: storia del match e precedenti

Domenica 04 ottobre andrà di scena all’Olimpico il match numero 78 tra le due squadre. I precedenti dicono 27 vittorie per i biancocelesti, 22 per i nerazzurri e 28 pareggi. Una partita mai banale, le cui tifoserie sono unite da un forte gemellaggio, tra i più saldi e antico del nostro panorama calcistico. Il primo incontro fu disputato nel 1929 che vide la vittoria dei capitolini per 1-0. Da li ad oggi molti campioni hanno disputato questo blasonato incontro tra nord e sud. Si va da Meazza e Piola degli anni trenta, ai Facchetti, Mazzola, Chinaglia e Pino Wilson dei rivoluzionari decenni 60/70. Senza dimenticare il mago Herrera della grande Inter e Maestrelli tecnico del primo tricolore romano. Nei felici e prosperi anni ottanta/novanta arrivano invece i panzer tedeschi Matthäus, Klinsmann, Riedle che si affiancano ai nostrani Giordano, Signori e Altobelli.

Fino ad arrivare ai giorni nostri con sfide sempre avvincenti talvolta giocate sul filo di lana. Ai più torna alla memoria il famoso 5 maggio del 2002 quando con un 4-2 i laziali tolsero lo scudetto ai lombardi a vantaggio degli acerrimi rivali della Juventus. Prendendosi i fischi di un Olimpico vestito tutto nerazzurro tifosi di casa compresi. Ma l’occasione per farsi perdonare da parte dei capitolini si presentò otto anni dopo. Quando l’Inter vinse per 2-0 contro gli uomini di Reja, accusati poi da stampa e critica di essere stati poco reattivi, spianando la strada per il triplete dello special one e facendo definitivamente fuori dai giochi tricolore i cugini giallorossi. Triste invece fu la finale di andata Coppa Italia aprile 2000, che dopo sei minuti dal suo ingresso in campo vide il fenomeno Ronaldo cadere in terra perché il ginocchio cedette di nuovo. La fine di un campione che lascio un alone di tristezza in tutto lo stadio, portando il risultato in secondo piano. Bella invece qualche mese più tardi, a settembre per la precisione, la pirotecnica Supercoppa Italiana, con il risultato di 4-3 per lo svedese Eriksson ed ennesimo trofeo alzato al cielo per una Lazio di quegli anni dominatrice del nostro campionato. Avvincente l’ultima giornata della stagione 2018/19 con un vero e proprio spareggio per andare in Champions League. Se lo aggiudicò la squadra di Spalletti in un 2-3 al batticuore grazie ad una incornata vincente di Vecino al fotofinish.

Lazio-Inter: ultime news

Lazio

Gli uomini di Inzaghi vengono da un convincente 0-2 al Sant’Elia di Cagliari , che fa da contro altare all’imbarcata totale con l’Atalanta persa per 1-4, sollevando non poche perplessità sul organico messo a disposizione dal ds Tare. La squadra è quella ben collaudata della passata stagione. Sono rimasti tutti i big, ma non è arrivato nessun top player. Soltanto comprimari come Escalante e Fares o interessanti scommesse tutte da vedere quali Pereira e Muriqi. Con il mercato ormai  chiuso, come dichiarato dello stesso tecnico romano, un po’ troppo poco per il definitivo salto di qualità e con il calendario fitto d’ impegni per Immobile e compagni. Toccherà di nuovo al mister capitolino trarre il meglio dai suoi uomini e cercare di ripetere l’entusiasmante campionato della passata stagione, un eventuale nuova battuta di arresto domenica potrebbe frenare le ambizioni dei biancocelesti.

Inter

La società del presidente Zhang è stata tra le più attive sul mercato. La squadra con gli arrivi di Vidal e Hakimi ha fatto due importanti innesti colmando le precedenti lacune sulla fascia destra e aggiungendo qualità al centro del campo. Non è arrivato però al meno per il momento, un vice Lukaku e si spera nella buona vena del nino maravilla, così come fatto nella seconda parte del campionato scorso. I nerazzurri comunque sulla carta partono come i maggiori antagonisti per poter strappate il tricolore alla Juventus. Per il momento sono arrivati 6 punti nelle prime due partite. Sofferto 4-3 con la Fiorentina e goleada contro il neo promosso Benevento. Quella contro i laziali per Conte sarà il primo banco di prova per misurare la reale forza della Beneamata.

Lazio-Inter: un anno fa

Inter-Lazio è sempre una partita dalle mille emozioni. Dopo il derby l’armata di Conte dovrà affrontare una sfida delicatissima. Il Biscione Vs l’Aquila. Chi vincerà?

Sono passati appena pochi giorni dal Derby stravinto che bisogna tornare prontamente in campo. Nemmeno il tempo di godersi la vittoria nella stracittadina che è già il momento di riaffilare gli artigli e affrontare una squadra ancora più temibile dei cugini.

A San siro arriva la Lazio di Ciro Immobile. Bomber implacabile che ha già scaldato per bene il motore in questo avvio di stagione.

Una sfida certamente non facile contro una squadra tosta e solida che può contare su un assetto costruito negli anni.

Un gruppo che gioca insieme da tempo e che è guidato sempre dallo stesso tecnico.

Un banco di prova importante

Ebbene sì, la prova del nove l’avremo proprio questa sera. Il primo spartiacque della stagione si presenta con le effigi di Aquila.

Il Diavolo è stato rispedito all’Inferno, ma era veramente poca cosa.

La prima vera grande sfida la vedremo in scena stasera, perché contro una squadra già rodata la nuova Inter di Conte dovrà far vedere di che pasta è fatta. Più del Derby.

La sfida col Milan non può far più di tanto testo.

La formazione rossonera è un cantiere ancora aperto. Ha cambiato molto e i giocatori non hanno ancora assimilato la filosofia calcistica del loro nuovo tecnico.

La squadra, per di più, non brilla particolarmente, quindi la sfida di sabato sera deve essere un po’ presa con le pinze.

Lo stradominio dell’Inter deve fare riflettere, non è tutto e solo merito nostro, ma anche demerito di una squadra che deve ancora trovare la propria identità.

Questa sera sarà completamente diverso. Di fronte avremo una squadra vera, con un gruppo coeso e con una idea di calcio ben precisa. Non sarà una sfida facile.

Cresce l’ansia ma che bello quando scende l’Inter in campo

Ormai non possiamo più farne a meno. Siamo inter-dipendenti all’ennesima potenza.

Ho già scritto di come sia cambiato il morale di tanti tifosi, della nostra voglia di vedere scendere in campo i nostri ragazzi, la nostra Inter.

Quest’anno si respira un’aria diversa. Quest’anno c’è un qualcosa che ci fa ben sperare.

In campo e fuori si notano degli atteggiamenti che prima mancavano.

Si è sempre parlato di gruppo, ma ogni anno stavamo lì a cercarlo senza mai trovarlo. Abbiamo sempre parlato di unità di intenti. Di obiettivi da raggiungere tutti insieme.

Alla fine, per un motivo o per un altro, scoppiava sempre un caso, una grana che ci portava a perdere la testa e punti in campionato.

Non si vedeva questa unità, questa voglia, questo GRUPPO da parecchio tempo.

Quest’anno non abbiamo alcuna prima donna. Nessun giocatore che si erge a paladino dei colori nerazzurri. Tutti sono funzionali, tutti sono utili. Nessuno così indispensabile.

Questa nuova Inter targata Antonio Conte è plasmata col sudore e il sacrificio, con il lavoro e con la fatica.

La strada è ancora tutta in salita, ma da ogni giocata, da ogni singola partita ciò che emerge è questa intensità, questo fuoco che brucia e che domina ogni singolo giocatore e che confluisce in noi tifosi.

Tutti sanno di poter essere utili alla causa. Tutti lottano per il bene comune: la vittoria.

Lo si può vedere dopo ogni gol. Quell’abbraccio non è l’abbraccio di chi è costretto a condividere ore di lavoro con dei colleghi noiosi e insopportabili, ma di un gruppo che ha fame e voglia di lottare.

Dimenticare il derby, ma ripartire da lì

Questa sera è necessario resettare tutto. Ripartire da zero. Dimenticare la vittoria esaltante nel Derby e affrontare la Lazio come se fosse la prima giornata di campionato. Come se non fossimo primi in classifica a punteggio pieno. Gli unici.

Questa sera urge uno sforzo in più. Una Inter più accorta e più precisa. Una squadra che non lasci un centimetro agli avversari e che sappia colpire quando avrà le occasioni.

Bisogna ripartire dalla prestazione del Derby, senza però star lì a ripensare a quanto siamo stati belli ed efficaci, perché non lo siamo stati affatto.

Dobbiamo scendere in campo senza quella immagine narcisistica impressa allo specchio.

Ogni partita deve assolutamente essere l’upgrade di quella successiva.

Oggi dobbiamo prendere solo ciò che di buono abbiamo fatto sabato sera e migliorare in quello che è stato il peggio.

Contro il Milan abbiamo sbagliato troppi gol, un po’ per demerito nostro e un po’ per sfortuna. Siamo stati un po’ imprecisi nei passaggi e nelle ripartenze, regalando metri di campo ai rossoneri.

Questa sera ogni errore può costarci caro. Bisogna essere assolutamente perfetti e aggiungere, di volta in volta, quel tassello che ci porterà a giocare sempre meglio e con quella presunzione calcistica che ogni grande squadra deve avere.

Il mezzo passo falso in Champions ci ha dato la forza di affrontare il Milan con la giusta cattiveria agonistica e con il giusto spirito.

Sapevamo tutti che il Derby poteva segnare un qualcosa di importante per la nostra stagione.

Ok, è vero troppo presto per dirlo, ma un tempo dopo un passo falso questa squadra cominciava a scoprire i nervi e mostrava i primi segni di squilibrio.

Dopo un mezzo passo falso, come quello con lo Slavia Praga in casa, anche il Derby con un Milan non irresistibile poteva trasformarsi in una montagna difficile da scalare.

Alla fine ci siamo riusciti. Abbiamo superato l’ostacolo e messo da parte il pericolo. Ma la strada è ancora lunga e piena di insidie. Questa sera veste il biancoazzurro e si paleserà sotto forma di una grande aquila.

Riuscirà il Biscione ad avere la meglio su questo mastodontico rapace reale?