Gran galà del calcio: sono state premiate le giocatrici giuste !

Al Grangalà del calcio trionfa l’Atalanta e CR7. Ma era davvero il migliore? Giugliano top player tra le donne

Ieri sera sul palco del Megawatt Court c’è stata la consueta manifestazione sportiva del Gran Galà del Calcio 2019. Riferita alla passata stagione.

Diciamo subito che farla in contemporanea o quasi con l’assegnazione del Pallone d’oro non è stata un’idea eccezionale. Uno perché ne ha tolto l’interesse di media nazionali e internazionali. Due, perché ha messo in mostra davanti al parterre altisonante di Parigi, il livello medio del nostro calcio. Non che non siano giusti i premiati, per carità. Ma a ben vedere della Top 11 selezionata, nessuno o quasi ha vinto qualche premio o trofeo. In sostanza la sola Juve con Chiellini, Pjanic e Ronaldo porta in dote due trofei. Non è rappresentata nemmeno la Lazio vincitrice di Coppa Italia. Tanto per rendere l’idea.

Finalmente il calcio femminile protagonista al Gran Galà del calcio 2019: Giugliano best player

Positivo è invece un altro aspetto. Il calcio femminile non fa solo da passerella, ma si guadagna sempre più audience e attenzione pubblica con la propria Top 11. Si vede che il risultato e il boom post-mondiale si sente ancora.

Ad essere eletta come miglior giocatrice del 2018-19 è Manuela Giugliano, centrocampista nella passata stagione al Milan e ora alla Roma, che ha giocato un Mondiale ad altissimi livelli. Ecco la top 11 completa: Laura Giuliani (Juventus); Alia Guagni (Fiorentina), Sara Gama (Juventus), Cecilia Salvai (Juventus), Elisa Bartoli (Roma); Aurora Galli (Juventus), Manuela Giugliano (2018-19 Milan, 2019-20 Roma), Valentina Cernoia (Juventus); Valentina Giacinti (Milan), Ilaria Mauro (Fiorentina), Barbara Bonansea (Juventus).

Per i valori espressi dalle calciatrici l’anno scorso mi sembra una top 11 tutto sommato giusta. A centrocampo spicca l’assenza di Martina Rosucci della Juventus, in un centrocampo in cui l’unica non bianconera è la Giugliano. In avanti le tre scelte rispecchiano i valori visti. Potevano entrare tranquillamente nella top 11 e sono sicuramente in panchina Valentina Bergamaschi del Milan, autrice di una grande stagione e di un Mondiale da ricordare, Cristiana Girelli, della Juventus, che quest’anno sta facendo la differenza e Daniela Sabatino, l’anno scorso 17 reti con il Milan e quest’anno in forza al Sassuolo.
Ma i top-11 scontentano sempre qualcuno per cui non si può pretendere la perfezione.

Si diceva che i premi bene o male sono corretti e rispettosi dei valori. Anche se resta il fatto che il premio principale e qualche ruolo è sembrato un po’ forzato.

Miglior giovane dalla B: Sandro Tonali

Scelta quanto mai azzeccata. Un’ovazione o una piccola medaglia a un ragazzo giovanissimo, promettente e tecnicamente già lodevole. Sandro Tonali, che è da un paio di anni nel mirino del grandi club di A, è senza ombra di dubbio ben più che una speranza. 

Finalmente un centrocampista che tiene la palla bassa, alza  la testa, gioca con consapevolezza e non è egoista. Uno di quelli che insieme a Sensi e Barella costituisce la nostra speranza per il futuro azzurro. Protagonista indiscusso della promozione del Brescia con assist e goal, Tonali ora deve incantare in A. Finora, anche a causa di un Brescia zoppicante, ha reso con una media discreta e con qualche sprazzo di classe. Ha fatto vedere che da fuori calcia con qualità, con pericolosità e che ha in sé la coscienza della propria forza. Solo uno che è convinto di sé, realizza un goal a rientrare come quello fatto contro il Genoa. Adesso deve imparare a guidare la squadra nelle difficoltà. Cioè di emergere rispetto agli altri suoi coetanei. Mancini ci crede e in questo ragazzo ci crediamo anche noi.

Miglior portiere: Handanovic

Giusto il riconoscimento a Samir non solo per una qualità tecnica indiscutibile che ha lasciato più volte la porta inviolata. Soprattutto il premio va a chi ha saputo raccogliere la fascia nel dopo-caos di Icardi e ha contribuito a portare l’Inter alla Champions. Da semplice numero uno a leader di spogliatoio. Un percorso che pian piano lo avvicina a Buffon. Anche se a differenza dell’italiano allo sloveno mancano i trofei in bacheca.

Szczesny pure lui lo scorso anno ha fatto una fantastica annata. Ha protetto la porta dei campioni d’Italia più volte. Ha parato qualche rigore e ha dimostrato come da semplice meteora della Roma si possa diventare campione nazionale e internazionale con il lavoro e la costanza. La sua è una tecnica più che buona che ancora si può migliorare. E grazie alla qualità della difesa della Juventus la sua sicurezza cresce di giorno in giorno.

Giusto anche scegliere Sirigu perché ha contribuito con le proprie parate a portare il Torino laddove nessuno si aspettava. Ha fatto una seconda parte di stagione fantastica, condita da più di un clean sheet al mese.

Migliori difensori: Cancelo-Koulibaly-Chiellini-Kolarov

Allora vista così è una difesa impeccabile. Nulla da dire. Chiellini merita per la carriera che ha fatto, per la precisione e la tempestività degli interventi e per il carisma che porta in campo il premio. Nonostante l’età avanzi, la sua è stata un’annata pazzesca.

Anche Koulibaly lo scorso anno ha giocato a livelli altissimi. Mostrandosi più volte roccia e sicurezza del Napoli. Quasi impenetrabile nell’uno contro uno ed efficace nell’occasione. Il campione senegalese ha un livello fisico e tecnico che ancora non è superabile. Resta il dubbio se lo meritasse più lui o Acerbi (vincitore di Coppa) che lo scorso anno, da neo acquisto, ha preso in mano le redini della difesa laziale. Talvolta contribuendo anche con i goal.

Dubbi forti invece sulla scelta di Cancelo. La prima parte della stagione portoghese è stata incredibile. Una spina nel fianco, un treno e anche un goaleador. Terzino, in realtà più esterno alto, Joao ha incantato in Italia. Confermando ciò che di buono aveva mostrato nell’Inter. Ma, la seconda parte di stagione? Su quella restano dei dubbi. E non pochi. Lo stesso Allegri l’ha messo poi in panchina per rendimento altalenante e insufficiente. Non era forse meglio valorizzare uno dei due esterni dell’Atalanta? Meno goal, meno dribbling e forse meno spettacolo, ma prestazioni ottime e a volte anche impensabili. I nomi potevano essere quelli di Hateboer o Gosens.

Alexander Kolarov, il redivivo, è una scelta quanto mai azzeccata. Attaccante aggiunto, leader, goleador e terzino perfetto. Un giocatore che garantisce un valore aggiunto di non poco conto. E anche in un’annata in cui la Roma non è arrivata dove voleva, Kolarov ha sempre mantenuto standard alti e ha giocato sopra la media.

Migliori centrocampisti: Pjanic, Ilicic e Barella. Ma Fabian Ruiz no?

Anche nel centrocampo non ci sono dubbi sulle scelte. Pjanic sta sempre più migliorando in fase di gestione del gioco e dei tempi. Da mezzala o trequartista s’è trasformato in un metronomo di qualità europea. Il calcio piazzato e la capacità di inserirsi poi ne fanno davvero uno dei mediani più forti d’Italia. Anche la sua irruenza nei falli con il tempo sta sempre più scemando.

Barella è certamente un giocatore di qualità formidabile e soprattutto è in divenire. Centrocampista moderno e capace di pressare e creare superiorità. Sta sempre più imparando dal suo semplice fare il compitino a prendere iniziativa e vincere la timidezza. Fuori come in campo. Resta il dubbio sulla continuità della passata stagione. Anche lui, come Cancelo, è partito alla grande e ha fatto prestazioni da 6,5/7 in pagella. Però con il tempo è andato calando. Fra i candidati c’erano anche Zielinski e Fabian Ruiz del Napoli. Forse forse lo spagnolo era un gradino più su rispetto all’italiano. Se non altro per l’effetto sorpresa in A.

Josip Ilicic è insieme a Gomez uno dei rappresentanti dell’Atalanta del miracolo. Una squadra che a inizio stagione era in fondo al mare e che ha saputo con il gioco e la mentalità arrivare a scalzare milanesi e romane. Ilicic ormai è più un attaccante, perché agisce da seconda punta o falso nueve. Ma in effetti fra i centrocampisti dello scorso anno ha regalato goal bellissimi, giocate brillanti e ha rappresentato uno spauracchio per le difese.

Migliori attaccanti: Ronaldo-Quagliarella-Zapata

Per quanto riguarda gli attaccanti diciamo che l’inserimento di Ronaldo, lo scorso anno è un po’ tirato. Perchè? Semplicemente perché CR7 non ha fatto la sua migliore stagione. Certamente ha segnato nelle partite che contano, una su tutte la finale di Supercoppa contro il Milan, ma non si può dire che abbia incantato l’Italia. Statisticamente soprattutto i suoi dati non sono eccelsi: 31 partite, 21 goal e 8 assist. In Champions, invece, molto meglio: 9 partite, 6 goal e 2 assist. Non è che non siano numeri interessanti, ma da uno che in 27 partite di Liga ha fatto 26 goal ci si aspettava di più. Stilisticamente, di contro, nulla da dire. Prezioso, elegante, fantasioso. I numeri non rendono l’idea di filtranti, giochetti, doppi passi e suggerimenti di siffatta qualità. Insomma Ronaldo è Cristiano Ronaldo.

Però Gomez è stato protagonista di un’annata fantastica. Da vero leader, da condottiero e da suggeritore prezioso. Anche Piatek in base ai numeri meritava maggior valore. Parliamo di un ragazzo che alla prima in A ha fatto 22 goal in 18 presenze. Alcuni gola sono stati poi di fattura davvero pregevole. Probabilmente ha pagato il calo dell’ultima parte di stagione del Milan e quello del periodo No di inizio anno.

Giustissimo invece il podio per Duvan Zapata. Giocatore rinnovato, cangiato e rimodellato da Gasperini. Da centravanti discontinuo di Napoli, Udinese e Sampdoria a giocatore onnipresente e prolifico. Di testa, in acrobazia, sotto rete, sul filo del fuorigioco, fuori area, in area, in ripartenza, in assolo e di rapina. In qualunque modo lo scorso anno anno Zapata ha conquistato tutte le platee nazionali, i cuori atalantini e i nasi storti degli scettici. Giocatore prezioso, potenza fisica e qualità tecnica.

Altrettanto giusto e doveroso che ci sia Fabio Quagliarella. L’attaccante della Samp è un dono che il calcio ci sta lasciando ancora. Peccato che non abbia creduto troppo in se stesso negli anni giovanili e che sia stato spesso alle prese con infortuni non da poco. Fabio è quel giocatore che riesce a fare la cosa che non ti aspetti. Un genio. Ha segnato la bellezza di 26 reti in 37 partite. E di queste meno della metà sono state siglate dal penalty. Questo vuol dire che FQ27 ha segnato sempre o quasi sempre su azione. E se qualcuno no ha la memoria corta i suoi goal difficilmente sono sotto rete. Un bene prezioso che meritava di più nella propria carriera.

Il goal più bello: Fabio Quagliarella in Sampdoria – Napoli

E a proposito di genialate. A chi non dare il goal più bello della scorsa serie A se non a Lui? Chi si dimenticherà mai il tacco al volo con cui diede la mazzata al Napoli lo scorso anno? Ma che gesto atletico ha fatto! Che livello di difficoltà ha quel tocco! Tutto merito di un uomo che a più di 30 anni in campo è un ragazzino. Anzi. Un genio.

Migliore allenatore: Gasperini e miglior squadra: Atalanta

Come un genio è Giampiero Gasperini che ha trasformato una cittadina di provincia calcistica in una corazzata ammazza-grandi. Miglior allenatore e con lui miglior squadra. E appunto trattandosi di un miracolo è giusto così. E’ sempre emozionante quando una piccola diventa una grande!

E in più se quella squadra gioca un calcio a tratti irresistibile, fatto di verticalizzazioni, poco possesso, molta velocità, mobilità della squadra e tanta corsa intelligente. Quasi un calcio totale che incanta, e a tratti è ipnotico. La bella Atalanta era lo scorso anno un incanto e oggi lo è ancora di più.

E Gasp ha tanto merito perché ha forgiato una mentalità nei suoi ragazzi. Senza paura  e con convinzione. Rischiando goleade, ma altrettanto continuando a pressare e giocare a calcio. Un timoniere che dall’esperienza negativa ha saputo farne tesoro. E anziché sparire dalla scena ha creato una squadra bellissima. Orgoglio del calcio italiano. Una società che ora deve fare un salto in più: vincere.

Cristiano Ronaldo: miglior giocatore 2018/19 in serie A

Se l’Atalanta è la miglior squadra e se CR7 non è stato capocannoniere della A. Perché Cristiano è stato scelto come miglior giocatore?

Non penso che sia una questione di “contentino”, come le voci maligne dicono, bensì di un ringraziamento e un omaggio. La presenza di CR7 in serie A, in anni in cui, il campionato italiano scivola sempre più come aplomb internazionale, è un onore. Anzi un’onorificenza di cui dobbiamo vantarci. Un penta-pallone d’oro al cospetto di un campionato di un campionato da cui molti talenti giovani o meno fuggono. Cristiano diventa non solo il valore estetico che mancava alla A, ma l’icona che smuove un decennio di torpore o quasi. Cristiano Ronaldo è quello che oggi con un linguaggio del marketing si chiama opinion maker: Colui che può smuovere non certo con la sua parola, ma con le sua azioni i gusti e le scelte del mercato. 

Non sappiamo se la serie A si ripopolerà di campioni come accadeva in passato. Ma possiamo ipotizzare che, se due stelle come Lukaku e Mhktaryan o lo stesso possibile ritorno del Re Zlatan arrivino o possano tornare in A, il merito è anche di CR7 che ha ridonato lustro al nostro campionato. E di questo ne siamo onorati!